Succede in un attimo. Una mattina qualunque, una ragazza di 22 anni cammina per via Bonomelli, a Bergamo. È lunedì 19 maggio, sono circa le 10.
Studentessa strangolata in pieno giorno: si lancia tra le auto per sfuggire all’aggressione
La studentessa che sarà vittima dell’aggressione, non immagina che da lì a pochi secondi si troverà a lottare per la sua vita.
Alle sue spalle, silenziosa, arriva una donna. Ha un laccio in mano. Glielo stringe al collo con forza. Un tentativo di strangolamento, improvviso e senza senso. Lei non riesce a gridare. Ma fa qualcosa di inaspettato: si butta in mezzo alla strada. Tra le auto. Una scelta istintiva, disperata. Ma che la salva. La studentessa strangolata o almeno vittima di un tentativo di strangolamento non ha nulla a che fare con l’aggressore.
L’aggressore è Silvia Pugliese, 36 anni, originaria di San Benedetto del Tronto. A riportarlo è il Corriere della Sera. Non è la prima volta. Pugliese ha già precedenti per furto, ricettazione, oltraggio a pubblico ufficiale. E altre due ragazze l’avevano denunciata. Stesse modalità. Una a febbraio. L’altra solo tre giorni prima. Sempre il laccio, sempre per strada. Sempre a caso. Nessun movente logico.
Chi è la donna che tenta di strangolare una studentessa in pieno giorno?
Silvia Pugliese, portata in carcere dopo l’ultima aggressione, aveva ancora il laccio in mano quando i carabinieri l’hanno fermata. Nessun tentativo di fuga. Nessuna resistenza. Tre ragazze – vittime diverse, vite diverse – l’hanno riconosciuta. Sempre lei. Stesso volto. Stessa mano. Stesso sguardo?
Davanti al giudice, ha detto di non essere violenta. “Da ragazzina rubacchiavo, ma solo perché ero sola.” Poi ha parlato di “sconforto assoluto”, di un sistema che l’ha umiliata. Di una storia tossica con “una ragazza molto ricca”. Ha detto: “Sentivo di avere un laccio virtuale al collo, ho voluto metterlo a lei.” Ma quella ragazza ricca non è tra le aggredite. Quindi?
Ora Silvia sarà sottoposta a una visita psichiatrica. Nel frattempo, una 22enne – che non conosceva – è viva solo perché ha avuto il coraggio, la follia, di gettarsi nel traffico. Per salvarsi. E salvarsi, in fondo, non dovrebbe mai richiedere un gesto così.