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Biennale Teatro, Ursina Lardi: politica brutale, artisti stiano uniti

Venezia, 15 giu. (askanews) – “Ammetto che ho sempre fatto fatica a prendere troppo sul serio il valore dei premi, a volte persino quando ero io stessa a riceverli. Allora perché oggi è diverso? Forse il valore di una cosa si coglie davvero soltanto quando quella cosa è minacciata”. Si è aperto così il discorso di ringraziamento dell’attrice svizzera Ursina Lardi, premiata alla Biennale Teatro di Venezia con io Leone d’argento.

Un discorso fortemente politico e appassionato. “Questa minaccia non riguarda me stessa – ha aggiunto – ma ciò che questo premio rappresenta: il rispetto e la stima per l’arte. Soprattutto in tempi come questi, con le destre estreme e libertarie ma anche con forze conservatrici più moderate che continuano a smantellare e annientare non solo i finanziamenti e le infrastrutture, ma le condizioni stesse che rendono possibile l’arte, fare teatro è diventato, di per sé, un atto politico. Il teatro, nel solo fatto di esistere, ci rivela come possiamo essere liberi. Ci impedisce di dimenticare ciò che l’uomo sa dell’uomo”.

“La classe politica – ha aggiunto Lardi – entra in scena a gambe larghe, brutale, virile fino al grottesco, quasi primordiale, disumana. L’impatto è enorme. Paura, terrore, ogni giorno, e quel tintinnio di sciabole che risuona dappertutto. E dappertutto risposte semplici a domande complesse. In un clima come questo, ogni pensiero sfumato, ogni volto sensibile, ogni gesto di tenerezza, ogni tono lieve e sottile si impone come una presenza dirompente. Disturba. E agisce come mezzo di contrasto”.