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Brasile, Bolsonaro condannato dalla Corte Suprema: i capi d’accusa e la dura sentenza

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Secondo l’accusa, Bolsonaro avrebbe pianificato una strategia per non lasciare il potere dopo la perdita delle elezioni del 2022.

La Corte Suprema del Brasile ha emesso una sentenza storica contro l’ex presidente Jair Bolsonaro, condannandolo a 27 anni e 3 mesi di reclusione. Al centro del processo vi sono accuse gravi che spaziano dall’attacco alle istituzioni democratiche alla gestione controversa del potere. Una decisione che scuote profondamente il Paese e apre un nuovo capitolo nella già tormentata vicenda politica brasiliana.

Brasile, la Corte Suprema infligge 27 anni e 3 mesi a Bolsonaro: reazioni e sostegno politico

La condanna di Bolsonaro ha suscitato immediate reazioni sul piano nazionale e internazionale. Negli Stati Uniti, Donald Trump ha definito la decisione “sorprendente” e l’ha paragonata alle accuse rivolte contro di lui, mentre il segretario di Stato Marco Rubio ha parlato apertamente di “caccia alle streghe” e minacciato conseguenze diplomatiche.

In Brasile, il leader di destra ha potuto contare sul sostegno dei suoi fedelissimi: dalle veglie di preghiera organizzate dagli evangelici fino alle dichiarazioni del figlio Flavio, che ha denunciato una “persecuzione politica”.

“Oggi è il giorno in cui la supremazia ha trionfato sulla democrazia. Coloro che sono stati ingiustamente perseguitati diventano storia, i persecutori diventano feccia. Non rinunceremo al nostro Brasile!”, scrive su X il senatore brasiliano Flavio Bolsonaro, figlio dell’ex presidente.

Nonostante ciò, il governo brasiliano ha ribadito di non lasciarsi intimorire da pressioni esterne né da campagne di delegittimazione.

Brasile, Bolsonaro condannato a 27 anni e 3 mesi: le accuse della Corte Suprema

La Corte Suprema del Brasile ha inflitto a Jair Bolsonaro una condanna a 27 anni e tre mesi di carcere per il suo ruolo nella pianificazione di un complotto golpista. Secondo i giudici, l’ex presidente avrebbe orchestrato una strategia per restare al potere nonostante la sconfitta elettorale subita nel 2022 contro Luiz Inácio Lula da Silva. La sentenza, pur non ancora definitiva, segna un passaggio cruciale nella storia politica del Paese e lascia aperta la possibilità di ricorso da parte della difesa.

Insieme a Bolsonaro sono stati condannati anche ex ministri e alti ufficiali militari, accusati di aver fatto parte del nucleo organizzativo della cospirazione. Tra loro figurano l’ex comandante della Marina Almir Garnier e tre generali della riserva, con pene comprese tra i 19 e i 26 anni.

Secondo l’accusa, il gruppo avrebbe utilizzato risorse pubbliche e diffuso campagne di disinformazione per destabilizzare le istituzioni, fino a culminare negli assalti dell’8 gennaio 2023 a Brasilia, quando migliaia di sostenitori tentarono di sovvertire l’ordine democratico.