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Brigitte Bardot: dalla Star del Cinema all'Attivista per la Protezione degli Animali

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Brigitte Bardot ha abbandonato la carriera cinematografica per dedicarsi con passione alla protezione degli animali, affermandosi come un'icona nel movimento del benessere animale. La sua influenza e il suo impegno hanno ispirato milioni di persone a sostenere la causa animale e a promuovere la salvaguardia delle specie in pericolo.

Nel lontano 1973, Brigitte Bardot si trovava a Saint-Tropez, una località affascinante della Costa Azzurra, dove stava girando un film. Quello che sembrava un giorno come tanti altri si trasformò in una svolta epocale per la vita di questa celebre attrice, che avrebbe successivamente deciso di abbandonare la sua carriera cinematografica per una causa ben più grande: la salvaguardia degli animali.

La storia di questo cambiamento inizia con un annuncio inquietante da parte di una donna del posto, la quale rivelò a Bardot che una capretta presente sul set sarebbe stata servita durante una festa. La reazione dell’attrice fu immediata: decise di intervenire e acquistò l’animale, portandolo con sé nella suite di un lussuoso hotel, legato a una corda. Questo gesto, che molti avrebbero potuto considerare un capriccio, rappresentò invece un atto di coraggio e coerenza che avrebbe segnato il suo futuro.

Il ritiro dal cinema e la nascita di una nuova missione

All’età di 39 anni, Bardot si trovava nel pieno della sua carriera, ma scelse di rinunciare a tutto per dedicarsi anima e corpo alla tutela degli animali. Era il primo passo verso una nuova vita, lontana dai riflettori e dalla superficialità del mondo dello spettacolo. La sua decisione di abbandonare il cinema non fu casuale, ma il risultato di una profonda consapevolezza della sofferenza degli esseri senzienti che la circondavano.

Vita a La Madrague

La sua villa, La Madrague, divenne il suo rifugio e il centro della sua nuova esistenza. Qui, circondata da cani, gatti, maiali e altri animali, Bardot si consacrò alla causa che le stava più a cuore. Con un look sobrio, vestita sempre di nero e con i capelli raccolti, l’attrice si trasformò in un’attivista di punta, affrontando le ingiustizie e le atrocità inflitte agli animali.

Le battaglie per i diritti degli animali

Nel 1977, la sua immagine divenne simbolo di una campagna contro la caccia ai cuccioli di foca in Canada. Grazie alla sua notorietà e alla sua voce coraggiosa, Bardot riuscì a mobilitare l’opinione pubblica, contribuendo a far abolire questa pratica cruenta. La sua attivismo non si fermò qui: nel 1986 fondò la Fondazione Brigitte Bardot per il Benessere e la Protezione degli Animali, finanziandola con la vendita delle sue proprietà, inclusi gioielli e opere d’arte.

Impatto sociale e riconoscimenti

La fondazione, oggi, conta più di 200 dipendenti e oltre 600 delegati sul territorio, ed è riconosciuta dal governo francese. Bardot ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo impegno, inclusi membri onorari come il Dalai Lama. Tuttavia, il suo percorso non è stato privo di ostacoli: per anni è stata derisa e criticata, ma non si è mai arresa, sostenendo con passione le sue convinzioni e dichiarando di sentirsi una pioniera nel mondo dei diritti animali.

Una voce scomoda e coraggiosa

Le battaglie intraprese da Bardot sono state molteplici e varie, spaziando dalla lotta contro la corrida alla denuncia della crudeltà nei mattatoi. Ha criticato aspramente la società dei consumi e l’indifferenza verso la sofferenza animale, diventando così una voce scomoda nel panorama pubblico. “Ho dato la mia bellezza agli uomini. Ora do la mia saggezza agli animali”, affermava, sintetizzando il suo percorso di metamorfosi da icona di bellezza a simbolo di compassione e giustizia.

Oggi, mentre nuove generazioni si mobilitano per il pianeta, Bardot riconosce nei giovani attivisti come Greta Thunberg e nei vegan militanti dei nuovi alleati nella lotta per i diritti degli animali. La sua eredità continua a vivere, e il suo messaggio di amore e rispetto per tutte le creature continua a ispirare milioni di persone. “Il mondo mi ha guardata. Ora spero che ascolti gli animali che io ho scelto di ascoltare”, concludeva, lasciando un segno indelebile nella storia della tutela animale.