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Bruno Petrone, giovane calciatore accoltellato a Chiaia: la toccante richiesta alla mamma

bruno petrone accoltellato

Bruno Petrone, giovane promessa del calcio, accoltellato a Chiaia: la mamma racconta al Corriere della Sera la toccante richiesta fatta dall’ospedale.

Bruno Petrone, giovane promessa del calcio, è stato accoltellato nella notte di Santo Stefano nel quartiere Chiaia a Napoli. L’aggressione, scaturita da un precedente litigio tra minorenni, ha lasciato il ragazzo in condizioni critiche e riapre il tema della violenza giovanile nella movida napoletana. Al Corriere, la mamma del giovane racconta una sua richiesta commovente dal letto d’ospedale.

Il giovane calciatore Bruno Petrone accoltellato a Chiaia: la confessione e il fermo dei responsabili

Bruno Petrone, diciottenne talento emergente del calcio, è stato gravemente ferito nella notte di Santo Stefano a Napoli, mentre passeggiava tra i locali di Chiaia. Il giovane è stato raggiunto da due coltellate, una al ventre e una al fianco, e trasportato d’urgenza all’ospedale San Paolo, dove gli è stata asportata la milza.

La prognosi rimane riservata, sebbene le condizioni siano in leggero miglioramento.

L’episodio, secondo le indagini, non sarebbe frutto di un agguato pianificato, ma di un’esplosione di violenza nata da un precedente litigio. Il 15enne che ha colpito Petrone avrebbe confessato agli inquirenti: “Avevamo litigato una settimana fa“. L’incontro casuale tra i due gruppi e uno scambio di sguardi sarebbe stato il detonatore della lite, culminata nei fendenti.

Dopo l’accaduto, quattro minorenni sono stati fermati, mentre un quinto sarebbe stato denunciato a piede libero. Tutti si sarebbero presentati spontaneamente alle forze dell’ordine, assumendosi la responsabilità dei propri gesti. La Procura minorile sta ora ricostruendo con precisione ruoli e dinamiche.

Il giovane calciatore Bruno Petrone accoltellato a Chiaia: la commovente richiesta alla madre

La mamma di Bruno, Dorotea, vive momenti di grande angoscia accanto al figlio: “Bruno non è una testa calda. È un salutista, non fuma e non beve“, ha dichiarato al Corriere della Sera, cercando di spiegare l’inspiegabile. Il giovane sportivo, originario di Minturno, ha vissuto a Napoli insieme ai genitori per poter coltivare la sua carriera: esordio in serie C a 16 anni, oggi gioca in Eccellenza ed è un vero appassionato del calcio, come testimonia la sua domanda alla madre dal letto di ospedale: “Potrò tornare a giocare?”.

Succede ovunque, ma qui ci sono troppe armi, troppa violenza“, aggiunge la mamma, commentando la crescente pericolosità delle strade della movida napoletana. La madre, pur provando compassione per i ragazzi fermati, invita le famiglie a un esame di coscienza: “Ogni mamma è capace di accorgersi se un figlio è a rischio per sé o per gli altri, se ha una parte cattiva. E dovrebbe porre rimedio“.