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Carri armati israeliani pronti all’assalto di Gaza, Hamas porta gli ostaggi in superficie

Carri armati a Gaza, Hamas sposta gli ostaggi

Centinaia di carri armati a Gaza: Hamas sposta gli ostaggi in superficie per ostacolare l’offensiva di terra israeliana

I palestinesi continuano a spostarsi verso sud portando con sé i propri beni lungo le strade della Striscia centrale, come accade nell’area del campo profughi di Nuseirat. Secondo quanto riportato da AGI, che cita il quotidiano israeliano Ynet, le Forze di Difesa israeliane (IDF) hanno ultimato i preparativi per l’ingresso via terra a Gaza.

Carri armati a Gaza: l’offensiva di terra dell’esercito israeliano e gli ostaggi di Hamas

Al confine settentrionale sono stati schierati centinaia di carri armati, mezzi corazzati per il trasporto truppe e bulldozer. A guidare l’incursione saranno unità di fanteria regolare, affiancate dalle brigate già operative sui lati della città. L’operazione, denominata “Carri di Gedeone II”, sarà graduale e prevede che le brigate di combattimento stringano progressivamente un anello attorno a Gaza City. Tuttavia, i vertici militari israeliani hanno messo in guardia la leadership politica: non bisogna aspettarsi risultati immediati. Secondo le stime, i combattimenti potrebbero durare almeno tre o quattro mesi e non si ritiene che Hamas si arrenderà anche nel caso di perdita di zone strategiche della città.

Gaza sotto assedio: carri armati e ostaggi al centro della strategia di Hamas

Nel frattempo, Hamas avrebbe trasferito alcuni ostaggi “in superficie”, collocandoli in case o tende, con l’obiettivo di rendere più complessa l’operazione israeliana. A riferirlo sono state fonti palestinesi locali all’emittente pubblica Kan. Tra i casi citati, quello di Guy Gilboa-Dalal: sua madre ha ricevuto la conferma che il figlio si trova ora prigioniero in superficie a Gaza City. La scorsa settimana, Hamas aveva diffuso un video che lo mostrava seduto sul sedile posteriore di un’auto.

Carri armati a Gaza: la strategia degli ostaggi di Hamas e il fronte internazionale

Sul fronte internazionale, l’ex presidente americano Donald Trump ha voluto inviare un messaggio indiretto al premier israeliano Benjamin Netanyahu, definendo il Qatar un “grande alleato”. Le sue parole, riportate da diversi media, arrivano a pochi giorni dalla cena con l’emiro qatarino Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, con l’obiettivo di ricucire i rapporti incrinati dopo l’attacco israeliano ad Hamas a Doha. “Loro sono un grande alleato – ha detto Trump – molta gente non capisce cosa sia il Qatar, ma il Qatar è un grande alleato. Tra l’altro conducono una vita difficile perché sono proprio in mezzo a tutto, per cui devono essere politicamente corretti in un certo senso, ma vi dico che sono un grande alleato per gli Stati Uniti”. Rispondendo a un’ulteriore domanda, Trump ha aggiunto che “il Qatar deve fare qualcosa con Hamas”, allineandosi così alla posizione di Israele, che da tempo chiede di interrompere ogni legame con l’organizzazione armata palestinese.