Milano, 15 nov. (Adnkronos) – "Condivido parola per parola la replica rivoltami dal procuratore generale e dal procuratore capo di Brescia, ma tutto va contestualizzato. Come i difensori hanno il dovere sacrosanto di prepararsi, studiare, leggere tutto e rimanere ancorati alle risultanze del fascicolo cosi lo stesso obbligo dovrebbe governare il magistrato del pubblico ministero.
Il dovere di lealtà, probità e soprattutto riserbo sono canoni che vanno sempre rispettati". E' la replica dell'avvocato Domenico Aiello, difensore dell'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, alla nota dei due magistrati bresciani, Guido Rispoli e Francesco Prete, che non gradiscono gli "attacchi sopra le righe" del legale e si dicono convinti che "la continenza ed il rispetto per il contraddittore debbano ispirare la condotta di ogni parte processuale".
Al centro del botta e risposta la scelta della Procura di Brescia di non presenziare ieri, venerdì 14 novembre, all'udienza davanti al Tribunale del Riesame dove si è discusso del sequestro dei dispositivi informatici scattato su decreto del procuratore capo Prete e della pm Claudia Moregola per l'ex Venditti indagato per corruzione in atti giudiziari perché sospettato di aver ricevuto denaro per chiedere in tutta fretta l'archiviazione nel 2017 di Andrea Sempio, nuovamente indagato per l'omiidio in concorso con Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia).
"Ieri per la prima volta risposto alla stampa dopo un'udienza, e non sono stato il solo a notare l’assenza. Sarebbero state gradite delle scuse di accompagnamento al deposito delle sit dei tre colleghi ex difensori di Sempio. Lealtà, rispetto e trasparenza lo avrebbero suggerito" aggiunge Aiello che fa riferimento alle indiscrezioni secondo le quali gli ex avvocati dell'indagato avrebbero confermato l'esistenza di pagamenti in nero. Elemento che farebbe vacillare l'idea che i soldi siano finiti nelle tasche di Venditti.
"Ritengo con convinzione che falsità e approssimazioni non dovrebbero costituire le condizioni per aggressioni senza precedenti di un ex magistrato incensurato con 44 anni di specchiata carriera, e non proprio nelle ovattate retrovie" spiega Aiello, difensore dell'ex pm Venditti.
"Ricordo, non certamente agli illustri capi degli Uffici bresciani, che la mattina delle perquisizioni del 26 settembre, ancora dovevo entrare in casa del dottor Venditti che già alle ore 9, a reti unificate la sua reputazione era stata distrutta, altro che riserbo. Ieri insisto sarebbe stato il momento giusto per presentare le scuse e assumere una decisione doverosa e responsabile, dimostrando sensibilità e senso della giurisdizione" conclude l'avvocato Aiello.