Santiago (Cile), 11 nov. (askanews) – Gli otto candidati alla presidenza del Cile Jeannette Jara, Evelyn Matthei, José Antonio Kast, Johannes Kaiser, Franco Parisi, Marco Enrìquez-Ominami, Harold Mayne-Nicholls ed Eduardo Artés posano per i fotografi prima dell’atteso dibattito televisivo organizzato dall’Associazione Nazionale delle Televisioni (Anatel), ultimo confronto prima delle elezioni di domenica 16 novembre.
Nei giorni che precedono il voto, l’attenzione è concentrata soprattutto sui due candidati più accreditati: Jeannette Jara, esponente della coalizione di centro-sinistra progressista e già ministra del Lavoro, e José Antonio Kast, rappresentante del Partito Repubblicano di destra.
Jara ha dichiarato che, se eletta, lascerà il Partito Comunista per guidare “tutti i cittadini, non un partito”, prendendo le distanze dalle posizioni più radicali. Kast punta invece sulla sicurezza e sui temi dell’immigrazione.
A insidiare entrambi è Johannes Kaiser, candidato del Partito Libertario Nazionale, che ha guadagnato consensi con una campagna incentrata su criminalità e immigrazione, proponendo anche di deportare i migranti con precedenti penali in El Salvador. Kaiser, ex deputato del Partito Repubblicano, è noto per le sue posizioni ultraconservatrici e per l’ammirazione dichiarata verso l’ex dittatore Pinochet.
Tra gli altri candidati figurano Evelyn Matthei, del blocco di centro-destra “Chile Vamos”, Franco Parisi del “Partido de la Gente”, Marco Enrìquez-Ominami, già più volte in corsa per la presidenza, Harold Mayne-Nicholls e Eduardo Artés del Partito Comunista d’Azione Proletaria.
Il dibattito, trasmesso in diretta nazionale, segna la conclusione di una campagna polarizzata, dominata dai temi di sicurezza, immigrazione e disuguaglianze, in un Paese che si prepara a scegliere la propria direzione politica dopo quattro anni di governo progressista.