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Diciamoci la verità: l’idea di essere sepolti insieme ai propri animali domestici può sembrare bizzarra a molti. Eppure, a Cirié, un comune del Torinese, questa nuova possibilità è diventata realtà. Siamo di fronte a un cambiamento che sfida le convenzioni e mette in discussione la nostra percezione della morte e dei legami affettivi. Il Comune, primo in Piemonte, ha approvato una modifica al regolamento di polizia mortuaria, seguendo una legge regionale che entrerà in vigore nel 2024.
Ma è davvero un passo avanti o semplicemente un modo per accontentare sentimenti superficiali?
Una normativa che fa discutere
Il cambiamento è significativo: ora, i proprietari di animali domestici possono scegliere di essere sepolti insieme alle ceneri dei loro cani o gatti. Ma, come spesso accade, ci sono delle regole da rispettare. Innanzitutto, il defunto deve essere stato il proprietario dell’animale, e quest’ultimo deve essere morto prima del padrone. Inoltre, non ci sarà spazio per epigrafi che menzionino il quattrozampe; l’unica concessione sarà una foto del defunto insieme al suo “amico” a quattro zampe. Qui sorgono già le prime domande: è davvero un gesto di rispetto o un modo per mascherare una certa superficialità nel legame tra uomo e animale?
Fabrizio Fossati, assessore ai servizi demografici e cimiteriali, ha dichiarato che questa iniziativa è un segno di rispetto verso chi considera il proprio animale parte integrante della famiglia. Ma questa affermazione solleva interrogativi: ci stiamo davvero spingendo verso un’umanizzazione eccessiva degli animali, oppure stiamo semplicemente cercando di trovare un modo per affrontare il dolore della perdita? La normativa consente la tumulazione solo nei loculi o nelle cellette cimiteriali, non nei campi comuni. E chi deciderà di avvalersene dovrà seguire un preciso iter burocratico e sanitario, compresa la cremazione in un impianto autorizzato.
La sensibilità verso gli animali: una moda o una necessità?
La realtà è meno politically correct: dietro a questa iniziativa si cela una crescente tendenza a umanizzare i nostri animali domestici, quasi come se stessimo cercando di colmare un vuoto affettivo che spesso non siamo in grado di affrontare. I dati parlano chiaro: il numero di famiglie che possiede un animale domestico è in costante aumento, e il legame tra uomo e animale sta evolvendo verso relazioni sempre più intime. Secondo recenti statistiche, oltre il 60% delle famiglie italiane possiede un animale domestico, e molti di questi considerano i loro animali come veri e propri membri della famiglia.
Ma la domanda da porsi è: stiamo davvero rispettando il legame che abbiamo con i nostri animali, o stiamo solo cercando di rendere la nostra vita più comoda? La modifica al regolamento comunale di Cirié è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che coinvolge la nostra società. Alcuni comuni, come Milano e località della Toscana, stanno seguendo l’esempio di Cirié, permettendo la tumulazione congiunta. Ma è davvero una buona idea? Oppure stiamo semplicemente creando un precedente che potrebbe portare a situazioni paradossali?
Conclusioni che disturbano ma fanno riflettere
In fin dei conti, la possibilità di essere sepolti con i propri animali domestici è un tema che solleva molte emozioni. È una questione di affetto, certo, ma anche di come affrontiamo il concetto di morte e di perdita. Mentre Cirié si prepara a diventare un avamposto di questa nuova normativa in Piemonte, è fondamentale riflettere su cosa significhi veramente questo gesto. È un atto d’amore, un vero rispetto per un legame autentico, o è solo un modo per mascherare la paura della solitudine e della perdita?
Invitiamo tutti a un pensiero critico su questo tema. La società sta cambiando, e con essa anche le nostre tradizioni e le nostre credenze. Ma è importante non perdere di vista il significato profondo delle relazioni che abbiamo, sia con gli esseri umani che con gli animali. Prima di abbracciare ogni nuova moda, ricordiamoci sempre di riflettere su cosa ci sta realmente dietro.