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Nel contesto di un conflitto che dura da quasi quattro anni, le speranze di una risoluzione pacifica sono state nuovamente messe in discussione. Domenica, il Cremlino ha categoricamente negato che si stessero considerando colloqui trilaterali tra Ucraina, Russia e Stati Uniti. Questa dichiarazione è giunta mentre i diplomatici si riunivano a Miami per discussioni mirate a trovare un accordo che possa porre fine alla guerra.
Il giorno precedente, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva rivelato che Washington aveva proposto l’idea di un incontro trilaterale, un passo che segnerebbe il primo confronto diretto tra rappresentanti ucraini e russi da sei mesi a questa parte. Tuttavia, Zelensky ha espresso il suo scetticismo riguardo all’efficacia di tale formato nel portare a risultati concreti.
Le dichiarazioni del Cremlino
Secondo il consigliere del Cremlino per la politica estera, Yury Ushakov, al momento non ci sono stati colloqui seri su questa proposta, e a sua conoscenza non ci sarebbero preparativi in tal senso. Inoltre, ha affermato di non aver ricevuto alcuna versione aggiornata della proposta statunitense per porre fine al conflitto, a seguito di precedenti incontri tra diplomatici americani, ucraini ed europei.
Il ruolo di Kirill Dmitriev
Durante il fine settimana, il rappresentante economico del presidente russo Vladimir Putin, Kirill Dmitriev, è giunto a Miami, dove delegazioni ucraine ed europee si erano già radunate per le trattative. Questi incontri sono stati mediati da figure di spicco come Steve Witkoff, inviato speciale della Casa Bianca, e Jared Kushner, genero dell’ex presidente Donald Trump.
Ushakov ha comunicato che Dmitriev avrebbe fatto ritorno a Mosca per riferire ai vertici russi sui colloqui in corso.
La situazione attuale del conflitto
L’ultima volta che si sono svolti negoziati diretti tra Ucraina e Russia è stata a luglio, in Istanbul. Quell’incontro ha portato a significativi scambi di prigionieri, ma ha visto scarsi progressi verso la fine dell’invasione russa, che si avvicina al quarto anno. La presenza di rappresentanti russi ed europei a Miami indica un cambiamento rispetto a precedenti tentativi di diplomazia indiretta. Tuttavia, le profonde diffidenze tra le due parti in conflitto sollevano interrogativi sulle possibilità di dialogo diretto.
Le complicazioni delle trattative
Mosca ha sostenuto che l’inclusione dell’Europa complica le trattative; tuttavia, la presidenza russa ha lasciato intendere che Putin sarebbe disposto a discutere con il presidente francese Emmanuel Macron. L’ufficio di Macron ha accolto con favore questa dichiarazione, segnalando una possibile apertura diplomatica.
Nel frattempo, Zelensky ha riportato su social media che la Russia ha lanciato circa 1.300 droni, oltre a 1.200 bombe aeree guidate e nove missili contro l’Ucraina nell’ultima settimana. Le regioni meridionali, tra cui Odesa, hanno subito attacchi particolarmente intensi, evidenziando la continua escalation del conflitto.