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Come il calcio unisce le culture tra Palestina e Cile

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Svelare l'impatto straordinario del calcio nel connettere culture e storie diverse.

La distanza di oltre 10.000 chilometri che separa il Medio Oriente dal Sud America è notevole, ma il calcio ha dimostrato di possedere un potere unico nel creare legami tra diverse comunità. Quando due popoli si riuniscono per celebrare una partita, si formano connessioni che trascendono le differenze geografiche, storiche e culturali.

In questo contesto, la relazione tra la Palestina e il Cile si è sviluppata nel tempo, grazie a una passione condivisa per il calcio.

Le origini di questo legame risalgono a oltre un secolo fa, quando i primi migranti palestinesi, spinti dalla crisi dell’impero ottomano, si trasferirono in Cile durante gli ultimi anni del XIX secolo. Provenienti da località come Betlemme, Bayt Jala e Beit Sahour, questi pionieri cercarono nuove opportunità in Sud America, trovando una nuova casa in questo Paese latinoamericano.

La comunità palestinese in Cile

Oggi, la diaspora palestinese in Cile conta circa 500.000 membri, rendendola la più numerosa al di fuori del mondo arabo. Questa comunità ha mantenuto vive le proprie tradizioni e culture, creando un forte senso di identità nonostante la distanza dalla loro terra d’origine. Il calcio è diventato un simbolo di unità e resistenza, e il Deportivo Palestino rappresenta un pilastro fondamentale di questo legame.

Storia del Deportivo Palestino

Fondato nel 1920 nel quartiere di Recoleta a Santiago, il Deportivo Palestino ha come missione quella di celebrare le radici palestinesi attraverso lo sport. Inizialmente un club polisportivo, la squadra di calcio ha fatto il suo debutto ufficiale solo nel 1950, partecipando alle Primeras Olimpiadas Palestinas e vincendo il torneo. Da quel momento, il club ha scalato rapidamente le classifiche, raggiungendo la massima divisione del campionato cileno.

Successi e impegno sociale

Nel corso degli anni, il Deportivo Palestino ha ottenuto numerosi successi, tra cui la vittoria del campionato di prima divisione nel 1955 e nel 1978, e della Copa Chile in diverse occasioni. Nonostante l’assenza di giocatori di origine palestinese nella formazione attuale, il club continua a rappresentare la causa palestinese, sostenendo apertamente le comunità di Gaza e della Cisgiordania.

Un legame culturale profondo

Le partite al stadio di La Cisterna sono momenti di celebrazione per la comunità palestinese, che si riunisce per vivere la propria cultura attraverso il cibo, la musica e le tradizioni. Durante gli incontri, è comune vedere bandiere palestinesi e keffiah distribuiti tra i tifosi, creando un’atmosfera di solidarietà e resistenza. La squadra e i suoi sostenitori non hanno mai esitato a esprimere il loro disappunto per le ingiustizie subite dai palestinesi, manifestando a favore dei diritti umani e contro le violenze perpetrate a Gaza.

Il motto del club, «¡Más que un equipo, todo un pueblo!», evidenzia l’importanza del Deportivo Palestino non solo come squadra, ma come simbolo di un’intera comunità. La maglia del club, che incorpora i colori e i simboli della resistenza palestinese, ha attirato l’attenzione internazionale, soprattutto quando nel 2014 ha utilizzato la forma della Palestina storica al posto del numero 1. Questa scelta ha scatenato reazioni dalla comunità ebraica cilena, portando a una multa per il club per presunta espressione di contenuto politico.

Impatto oltre i confini

Il Deportivo Palestino non si limita a rappresentare la sua comunità in Cile; ha anche avviato iniziative per supportare lo sport in Palestina. Nel 2020, dopo un viaggio in Cisgiordania, ha istituito tre scuole calcio destinate a bambini e bambine palestinesi, con l’obiettivo di mantenere viva la passione per il calcio tra le nuove generazioni. L’impegno del club è stato riconosciuto anche dal presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, che ha espresso gratitudine per il sostegno del Deportivo Palestino.

Inoltre, il club ha lanciato campagne di raccolta fondi per aiutare la popolazione di Gaza, dimostrando una costante dedizione ai diritti umani e alla giustizia sociale. La creazione della squadra femminile nel 2009 ha ulteriormente ampliato l’impatto del club, culminando nella vittoria del Campionato Clausura di prima divisione nel 2015. Rania Sansur, la prima giocatrice di ascendenza palestinese convocata nella selezione nazionale, rappresenta un simbolo di speranza e progresso.

In conclusione, il legame tra Palestina e Cile, rappresentato dal Deportivo Palestino, è un esempio illuminante di come il calcio possa unire le persone, preservare una cultura e dare voce a chi vive in condizioni di ingiustizia. Oltre le miglia di distanza, la comunità cilena continua a sognare e a lottare per la sua terra d’origine, con il pallone come simbolo di resistenza e speranza.