I numeri parlano chiaro: secondo un rapporto di McKinsey, il settore fintech ha registrato una crescita del 25% negli investimenti, segnando un’inversione rispetto ai trend precedenti alla crisi.
Le crisi finanziarie possono fungere da catalizzatori per l’innovazione. La crisi del 2008, ad esempio, ha portato a una maggiore attenzione per la liquidity e la compliance.
Oggi, la pandemia ha avuto un impatto simile, costringendo le aziende a ripensare i loro modelli operativi e a investire in tecnologie digitali.
L’adozione di soluzioni fintech non è più una scelta, ma una necessità. Le metriche mostrano che le piattaforme di pagamento digitale e le soluzioni di prestito online hanno registrato un’impennata, con un aumento del spread di utilizzo rispetto ai metodi tradizionali.
Tuttavia, è fondamentale non dimenticare le lezioni apprese. La crisi del 2008 ha insegnato l’importanza della due diligence e della gestione del rischio. In un contesto di rapida innovazione, le aziende fintech devono mantenere un equilibrio tra crescita e sostenibilità, affrontando le sfide normative che potrebbero sorgere, come evidenziato dalle recenti direttive della BCE.
Il settore fintech si prepara a navigare le acque turbolente del post-pandemia, mantenendo prospettive di mercato positive. Sarà cruciale che le aziende non perdano di vista le fondamenta della stabilità e della compliance, per evitare di ripetere gli errori del passato.