Roma, 17 ott. (askanews) – Il 93% delle imprese italiane ritiene che la burocrazia abbia un impatto problematico sulle loro attività e di queste, oltre la metà (il 48%), lo considera significativamente negativo, con conseguente aumento dei costi, diretti e indiretti. È quanto emerge dal Rapporto “L’impatto delle criticità della Pubblica Amministrazione sulla competitività e la crescita delle micro, piccole e medie imprese”, realizzato da Conflavoro in collaborazione con la Luiss Business School e presentato a Villa Blanc.
Lo studio, che ha interessato un campione rappresentativo di 650 imprese che operano sul territorio italiano nei settori manifattura, costruzioni, commercio, turismo e servizi, con una presenza maggiore di micro imprese ha approfondito come le micro, le piccole e le medie aziende italiane percepiscono l’impatto che la Pubblica Amministrazione ha sulla loro competitività e capacità di sviluppo. Abbiamo parlato con Matteo Caroli, Associate Dean for Sustainability and Impact Luiss Business School:
“Le questioni fondamentali sono la farraginosità delle norme, l’enorme quantità e il continuo cambiamento dei regolamenti delle normative e i limiti di effettività. I limiti di effettività del rispetto della normativa da parte di tutti è un problema perché evidentemente penalizza le imprese virtuose e quindi in particolare le piccole e medie imprese soffrono una competizione scorretta da parte del cosiddetto sommerso, di quelle ugualmente micro imprese che però non rispettano le norme”.
Lo studio presenta, poi, alcune proposte per migliorare il rapporto tra Pubblica Amministrazione e Imprenditori. Infne è intervenuto Roberto Capobianco, presidente di Conflavoro PMI: “La fotografia è quella che viviamo tutti i giorni, un impatto negativo, un ostacolo valutato dalle nostre piccole e medie imprese, ma non ci siamo soltanto fermati ai problemi, ma anche alle soluzioni che proponiamo chiaramente. Siamo in una fase molto importante sotto leggi di bilancio per poter fare qualcosa in più dove la pubblica amministrazione possa essere un motore di crescita per lo sviluppo delle nostre imprese italiane. La prima cosa da fare è fare una valutazione ex ante e ex post dell’impatto economico delle norme sulle piccole e medie imprese e non buttarle e vedere quello che succede. Quindi prima di fare una norma dobbiamo capire quanto peserà economicamente, quanto impatterà negativamente per le piccole e medie imprese e una volta che entra in effettiva gestione quella legge deve essere anche valutata, ma anche una differenziazione tra le piccole imprese e le grandi aziende”.
Dalla ricerca emerge, inoltre, l’importanza di un continuo miglioramento delle competenze all’interno della Pubblica Amministrazione. In particolare, su temi tecnici, dove, spesso mancano competenze adeguate, creando difficoltà nell’interazione tra gli imprenditori e la PA.