Mentre la Cappella Sistina si prepara ad accogliere i cardinali per il Conclave del 2025, una domanda riemerge puntuale: quanto durerà? Ore, giorni, settimane? La risposta non è così ovvia. Perché se oggi i tempi sono rapidi, la storia ci racconta altro. Storie di attese interminabili. Di votazioni che sembravano non finire mai.
Di cardinali stanchi. Affamati. E chiusi dentro.
Il conclave più lungo della storia: fame, pressioni e tetti rimossi
Correva l’anno 1268. Papa Clemente IV era morto e la Chiesa si ritrovava senza guida. Passarono giorni. Poi mesi. Poi anni. Sì, anni. Il conclave più lungo della storia si svolse a Viterbo e durò – incredibile ma vero – 1.006 giorni. Due anni e nove mesi in cui i cardinali non riuscirono a trovare un accordo. Le fazioni erano spaccate. I sovrani europei mettevano becco in tutto. E nessuno voleva cedere.
A un certo punto le autorità locali persero la pazienza. Rinchiusero i cardinali. Tagliarono il cibo. Letteralmente. E poi – colpo di scena – rimossero pure il tetto del palazzo. Pioggia, vento, gelo. Tutto pur di costringerli a decidere. E alla fine lo fecero: scelsero Tedaldo Visconti, che non era nemmeno cardinale. Diventò Papa Gregorio X. Da quella follia nacque la prassi del “conclave chiuso a chiave”. Cum clave. Per evitare di ripetere quell’assurdità.
Conclave, dai record di velocità alle incognite del 2025
Certo, non tutti i conclavi finiscono per diventare i più lunghi della storia. Alcuni sono stati fulminei. Giulio II, ad esempio, venne eletto in appena 10 ore nel 1503. Roba da record. Anche quelli moderni non scherzano: Ratzinger fu Papa in 26 ore. Bergoglio in 36. In media, oggi bastano 3-5 giorni.
Il motivo? Meno cardinali, più organizzazione. Ma non è solo logistica. Se c’è un favorito chiaro, fila tutto liscio. Altrimenti si blocca tutto. E allora il conclave può allungarsi. Anche quello in corso – dicono alcuni osservatori – potrebbe concludersi entro giovedì. O no. Perché, inutile girarci attorno: dietro quelle porte chiuse può succedere di tutto. La storia lo sa. E non dimentica. Soprattutto quando si parla del conclave più lungo della storia.