Corruzione appalti pubblici: 7 arresti in Abruzzo

Ancora corruzione in Abruzzo. Stamattina sono stati messi in manette 7 persone, tra amministratori, pubblici funzionari ed imprenditori.

Arresti per corruzione

Situazione davvero marcia in Abruzzo, dove è stato scoperto un grosso caso di corruzione sugli appalti pubblici. All’alba di questa mattina, su delega della Procura della Repubblica di Avezzano, la Polizia di Stato de L’Aquila ha eseguito, nelle province di L’Aquila, Teramo, Chieti e Pescara, un’ordinanza applicativa di misure cautelari in regime di arresti domiciliari, nei confronti di ben 7 persone. Davvero un brutto risveglio per l’Abruzzo e gli abruzzesi.

Persone importanti in manette

Le persone messe in manette sono amministratori locali, pubblici funzionari ed imprenditori. Queste personalità si sarebbero inserite in un collaudato sistema illecito, da cui è scaturito il nome dell’operazione master list. Tutti individui importanti, che non dovrebbero più di altri commettere reati, e su cui gli onesti cittadini ripongono la fiducia. Il fine ultimo era quello di influenzare gli appalti pubblici in diversi comuni della provincia di L’Aquila.

I particolari dell’operazione saranno diffusi dopo una conferenza stampa che è in corso proprio in questo momento presso la Procura della Repubblica di Avezzano.

È forte, purtroppo, il sospetto che le porsene coinvolte siano molte più dei sette arestati.

Situazione già vista

Ancora corruzione in Abruzzo purtroppo. Già in estate, a luglio, erano state eseguite dieci ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, notificando, contestualmente, altri cinque provvedimenti di applicazione del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale, per corruzione ed altri reati vari nella gestione di appalti pubblici relativi alla ricostruzione post terremoto.

L’ inchiesta giudiziaria, che ha scosso la ricostruzione dell’Aquila a oltre otto anni dal tragico sisma, coinvolge funzionari pubblici, professionisti e imprenditori, tra cui nomi eccellenti.

Sarebbero complessivamente 35 gli indagati.

Secondo quanto è stato appreso, le indagini dei Carabinieri dell’Aquila, coordinate dal procuratore capo Michele Renzo e dal pm Antonietta Picardi sono scattate da spunti investigativi emersi da un’altra inchiesta ancora. A inchiodare gli indagati sono intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che video e foto che dimostrerebbero le dazioni per vincere gli appalti.

Un’altra occasione mancata

Davvero, si rimane tritemente senza parole. Sembra che non si impari la lezione, sembra che anche ciò che di brutto succede non serva a nulla.

Invece, situazioni come questa, dovrebbero essere un’occasione preziosa per dire basta alla corruzione e sostenere l’onestà. Teoricamente dovrebbe bastare poco