Cosa accadrebbe in Italia se davvero Putin interrompesse le forniture di gas 

Se davvero Putin interrompesse le forniture di gas sarebbe razionamento? Cingolani rassicura: "Monitoriamo giorno per giorno l'andamento dei flussi"

Sono in molti a chiederselo: cosa accadrebbe in Italia se davvero Vladimir Putin interrompesse le forniture di gas? Una eventualità così drastica sarebbe mitigata dalla soluzione “bancaria” che eviterebbe la crisi e dal grado di preparazione del nostro paese che è in preallarme energetico da fine febbraio.

Che significa? Che se è vero che il 31 marzo Vladimir Putin ha firmato il decreto che fissa l’obbligo per i “Paesi ostili” di aprire “conti speciali”, è anche vero che poi sarà la Gazprombank, che è esclusa dalle sanzioni, a comprare acquistare rubli con la valuta depositata alla borsa di Mosca.

Lo scenario se Putin interrompesse le forniture di gas

Che quello di Putin sia o meno un bluff il dato è che il nostro paese importa dalla Russia gas per circa il 38% del suo fabbisogno.

E il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani aveva già detto che “se la Russia dovesse chiudere domani il rubinetto del gas avremmo scorte per otto-nove settimane“. Siamo a primavera e potremmo “salvarci”, però poi torneranno autunno ed inverno, e quindi?

Le rassicurazioni di Cingolani

Lo spettro del razionamento per ora è una bufala, lo ha spiegato proprio Cingolani al Corriere della Sera: “Ma no. A differenza di altri Paesi, noi siamo in preallerta da un mese, vale a dire che monitoriamo giorno per giorno l’andamento delle forniture di gas.

E al momento il gas continua ad arrivare regolarmente, persino superiore a un anno fa”. Ovvio che “con una guerra in corso non si può stare tranquilli. Diverso è monitorare la situazione. Avere ben presente le azioni in caso di emergenza. Compito di un governo è esattamente questo”. E in chiosa: “Ripeto, noi siamo in preallerta da un mese, altri da pochi giorni”.