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Omicidio Cerciello Rega, gli agenti chiamavano "polli" i due americani

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Dalle carte degli inquirenti sull'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega emerge come gli agenti avessero definito "polli" i due americani.

Emergono nuovi dettagli dalle indagini sull’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, avvenuto lo scorso 26 luglio a Roma e per il quale sono attualmente indagati gli americani Gabriel Christian Natale Hjorth e Elder Finnegan Lee. Stando alle carte processuali, riportate dal quotidiano La Repubblica, i due giovani di 19 e 20 anni erano stati infatti definiti due polli dagli stessi uomini dell’Arma. Una descrizione affrettata che è stata in seguito smentita dal tragico epilogo di quella serata.

Omicidio Cerciello Rega, le parole degli agenti

Secondo quanto emerge dalle conversazioni telefoniche dei Carabinieri i due americani erano considerati degli sprovveduti che potevano essere facilmente fermati. Una pericolosa sottovalutazione che è costata la vita al vicebrigadiere Cerciello Rega. I giovani si erano infatti dimostrati notevolmente accorti nell’organizzare l’incontro l’intermediario Sergio Brugiatelli, al fine di restituire a quest’ultimo il borsello rubato in precedenza in cambio di 100 euro o di un po’ droga.

Uno dei due ragazzi, Natale Hjorth, si era addirittura assicurato che l’incontro non avvenisse in una zona coperta dalle telecamere di sicurezza. Dalle carte degli inquirenti emerge inoltre come Brugiatelli non sia mai stato un informatore dei Carabinieri come inizialmente ipotizzato. Nelle conversazioni tra Cerciello Rega ed il collega Andrea Varriale si capisce infatti come i due non conoscano l’uomo: “Ci sta il pelato che secondo me sta facendo da intermediario”.

Anche il collega era disarmato

Indiscrezioni che si aggiungono alla recente rivelazione fatta dall’agente Andrea Varriale, che ha dichiarato come quella sera sia lui che Cerciello Rega fossero disarmati. Come riportato da Open, il militare ha affermato: “Anche la mia pistola era nell’armadietto. Eravamo in borghese con bermuda e maglietta, l’arma si sarebbe vista”. Varriale ha inoltre detto che quella sera non aveva con se nemmeno il tesserino identificativo, affermazione che non coinciderebbe con la presunta dinamica dell’accaduto. Secondo le ricostruzione fatte finora i due agenti si sarebbero infatti presentati ai ragazzi qualificandosi come Carabinieri.