Coronavirus, l'infermiera napoletana racconta con ironia la sua giornata

Una foto sui social per raccontare con ironia una giornata di lavoro: così un'infermiera napoletana riporta il sorriso in reparto.

Carmen Panico è un’infermiera napoletana che offre il suo servizio all’ospedale di Milano: ogni giorno scende in prima linea contro il Covid-19 e tra imbardature e ricoveri, cerca di portare il sorriso ai suoi pazienti.

La giovane ragazza ha voluto descrivere la giornata di un’infermiera nel reparto di terapia intensiva con un po’ di ironia. Basta quindi una foto sui social e un po’ di fantasia. Carmen scrive su Instagram le sue “considerazioni divertenti sul vivere per due mesi con una tyvek addosso e annessi accessori”. La foto diventa virale e fa il giro del web.

Coronavirus giornata di un’infermiera

Lavora in prima linea all’ospedale Fatebenefratelli di Milano: Carmen è un’infermiera napoletana che ha voluto raccontare la sua giornata nel reparto di terapia intensiva. Una foto su Instagram e un lungo messaggio in cui molti si sono ritrovati. Un’imbardatura quotidiana che fa sembrare i medici degli astronauti e il sorriso di chi, ogni giorno, cerca di portare il buon umore in reparto. Ma anche l’amarezza, nella giornata della Festa del Lavoro, per un Paese pieno di precari, soprattutto nell’ambito medico.

Scrive così le sue “considerazioni divertenti” su questi mesi passati con una tuta bianca, la mascherina, i guanti e tutti i dispositivi di protezione necessari per evitare il contagio. La prima: “Il prurito è un’invenzione dei dermatologi. Maledetti dermatologi, ogni pretesto è buono per affibbiarti dermatiti da contatto, da stress, da stasi, esfoliatica e blablabla. Quando in realtà basta qualche imprecazione e il pensiero che “Tanto co’ sta tuta ci devi stare altre 8 ore” E puff, prurito sparito”.

“Non dispiacerti se bardata in quel modo, nessuno ti riconosce – scrive ancora Carmen -. Tanto neanche prima della pandemia ti fermavano per strada per gli autografi”. E poi: “Dopo che ti abitui a respirare il tuo alito per 10 ore di fila, baciare di prima mattina il tuo compagno o uno sconosciuto con cui passi la notte, non sarà più impresa eroica”. E su un problema comune ironizza: “Ricorda, puoi sigillare la mascherina sul naso con tutto il cerotto che vuoi, silicone e colla vinilica…gli occhiali si appanneranno sempre“.

Il fatto di essere “eroi”

Sul fatto di essere eroi, infine, conclude con amarezza: “L’ultimo giorno che la indossi (la tuta bianca ndr.), guarderai i tuoi colleghi, non vi sembrerà vero che siete giunti alla fine, che avete ‘sopportato’ arditamente queste settimane di lavoro. Allora siamo davvero Eroi? Pochi secondi e vi è tutto chiaro: Ma che eroi. Siete solo anonima forza lavoro che al termine dell’emergenza non avrà più riconoscenza dal sistema sanitario“.