Positivo covid chiuso da 100 giorni nella casa di riposo

Un anziano di una casa di riposo di Novara da oltre 100 giorni è rinchiuso nella sua camera, dopo che era stato trovato positivo al covid.

Un ex impiegato di Novara ora in pensione è rinchiuso da 100 giorni nella sua camera della casa di riposo De Pagave, da quando lo scorso aprile è risultato positivo al covid.

Da oltre 4 mesi la sua unica compagna è la televisione: “Questo isolamento è stressante, non ce la faccio più“. Nella casa di riposo sono morti 44 pazienti, tutti compianti in quarantena.

Positivo e chiuso da 100 giorni nella casa di riposo

Da quando è stato lanciato l’allarme covid nelle Rsa, molte strutture hanno isolato i pazienti al loro interno, e da mesi molti di loro non vedono più cosa accade fuori, come racconta un paziente della casa di riposo De Pagave di Novara che da oltre 100 giorni è chiuso nella sua camera, dopo che era risultato positivo lo scorso 11 aprile.

In un’intervista rilasciata alla Stampa, l’ex impiegato ormai in pensione racconta la sua quarantena di oltre 4 mesi:“Sono 102 giorni che non esco e non vedo nessuno, mangio sul letto e la mia unica compagnia è la televisione. Questa mattina (venerdì 5 giugno) la direttrice sanitaria mi ha detto che continueremo così per quattro mesi e io ho pianto. Non ce la faccio più”.

Vita di clausura

L’uomo sta bene, è autosufficiente, ma a causa di una malattia gli è stato impedito di vivere da solo.

Il pensionato ricorda malincncamente come fino a 4 mesi fa poteva uscire a fare la spesa, il suo giro e 4 chiacchiere con gli amici al bar, molti dei quali scomparsi: “Quando sono arrivato qui, quasi quattro anni fa, sono stato malissimo tutto il giorno e invece poi ho trovato le mie abitudini. Ma il 23 febbraio l’istituto, giustamente, ha deciso di bloccare gli ingressi dei familiari e degli esterni per evitare il contagio: purtroppo ha chiuso quando i buoi erano già scappati perché il Covid era già qui.

Sono morti 44 di noi e alcuni li conoscevo bene, è stato un grande dolore vedere sparire così tante persone”.

“L’11 aprile mi hanno detto che ero risultato positivo e dovevo stare chiuso nella mia stanza e così ho fatto. Da allora mangio sul letto, divido la stanza con una persona che purtroppo sta male e deve essere cambiata anche di notte, non riesco a fare la doccia perché qui non è attrezzata come nella mia camera.

C’è solo la tv che mi sono portato da sopra. Mi rendo conto che è difficile organizzare una situazione così complicata dalla malattia ma questo totale isolamento è stressante. Vorrei tornare nella mia camera, lì sono solo, ho le mie cose e resterei più isolato però sarei nel mio mondo”, conclude con tono disperato e rassegnato.