Intercettato in carcere mentre parla con uno dei suoi avvocati difensori, Finnegan Elder Lee, l’americano a processo per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega insieme all’amico Gabriel Natale Hjort , ha affermato che quest’ultimo lo avrebbe iniziato a strangolare.
A quel punto lui avrebbe estratto il suo coltello e lo avrebbe ucciso.
Omicidio Cerciello Rega: Elder intercettato
Nei dialoghi tradotti in italiano e oggetto di una perizia disposta dalla Corte d’Assise, il ragazzo ha dichiarato di aver visto due poliziotti avvicinarsi di nascosto da dietro. “L’ho visto tipo a un metro da me e poi mi ha placcato“, ha aggiunto. Dopodiché ha affermato che il Carabiniere gli ha sferrato qualche pugno per poi iniziare a strangolarlo, motivo per cui lui ha tirato fuori il suo coltello.
Questo il drammatico racconto dell’aggressione: “L’ho accoltellato tipo due volte nella pancia e ho continuato a pugnalare. Poi una volta che mi ha lasciato il collo me lo sono buttato via di dosso e son scappato“.
Nello stesso dialogo il californiano confermerebbe poi quanto già emerso riguardo la mancata identificazione come Carabinieri di Cerciello Rega e Varriale. Il giovane ha infatti ribadito che i due non hanno mostrato alcun distintivo.
Poi un’altra accusa, ovvero quella di essere stato picchiato dalle forze dell’ordine dopo l’arresto: “Mi hanno menato di brutto e mi hanno detto che mi avrebbero dato quarant’anni se non gli davo la password del mio telefono“.
Infine una nota sulla lingua italiana, che Elder dice di non voler imparare e anzi di odiare. “Se mai tornerò negli Stati Uniti, e la gente mi fa ‘ooh la cultura italiana, la lingua italiana, che bellezza’ io dirò [quella mer*a?] è disgustoso, fa schifo, non voglio mai più sentire l’italiano, mai più“.