Covid, Massimo Galli: "L'immunità di gregge non funziona"

Massimo Galli, direttore di malattie infettive del Sacco di Milano, è convinto che l'immunità di gregge naturale non possa funzionare con il Covid.

Massimo Galli, direttore di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, è nuovamente intervenuto sulla situazione Covid nel nostro Paese.

In un’intervista rilasciata a Il Messaggero, ha parlato di diversi aspetti della pandemia che lo stanno preoccupando notevolmente.

Galli sul Covid

Massimo Galli sostiene che l’immunità di gregge naturale non funzione, e la prova la sta fornendo il Brasile. Il direttore è molto preoccupato per la mutazione del virus, che sta peggiorando la situazione. “La situazione fuori controllo, con più del 40 per cento della popolazione infettata, ha favorito la mutazione.

Questa è la dimostrazione che l’immunità di gregge naturale, a cui qualcuno aveva creduto, non funziona. Anzi: lasciar circolare il virus liberamente è pericoloso perché a Manaus di fatto ha trovato il modo di infettare anche chi era già stato positivo” ha spiegato Galli, parlando di quello che sta accadendo a Manaus e che lo sta preoccupando in modo particolare.

La variante brasiliana sembra essere dotata di una maggiore capacità di infettare, ma al momento non si sa se è anche più letale rispetto alla versione originale.

I dati disponibili per ora ci dicono che su questo non c’è un cambiamento” ha rivelato l’esperto. Massimo Galli ha parlato anche della campagna di vaccinazione, che rischia di subire rallentamenti a causa di problemi di produzione da parte di Pfizer. “Vaccinazione di massa? Più compatta è nel tempo e più è efficace. Però bisogna avere a disposizione un grande quantitativo di vaccini. Non è quello che sta avvenendo. Questo è l’elemento di preoccupazione avanzato quando ci veniva detto che non sarebbero servite chiusure rigorose.

Ci ripetevano: vedrete, arriverà il vaccino. E rispondevamo: no, attenzione, perché la vaccinazione avrà i suoi tempi. Le nostre previsioni si stanno avverando. Un’epidemia in corso è un fatto limitante di una vaccinazione di massa” ha aggiunto il professore.