Vaccino, come i ritardi rischiano di farci stare ulteriormente a casa

I ritardi delle forniture di vaccino da parte di Pfizer e AstraZeneca rischiano di allungare i tempi per il raggiungimento dell’immunità di gregge.

I ritardi del vaccino covid da parte di Pfizer e di AstraZeneca stanno ponendo un importante freno nella campagna vaccinale iniziata lo scorso 27 dicembre.

A poco meno un mese dall’inizio delle vaccinazioni i ritardi per il raggiungimento dell’immunità di gregge, così come inizialmente programmato dal Governo italiano, starebbero diventando una certezza. Ecco dunque che l’Italia si starebbe preparando ad una battaglia legale con Pfizer con l’avvocatura di Stato che potrebbe agire su tre canali così come spiegato dal Corriere della Sera. Nel frattempo però i tempi si allungano e per gli italiani potrebbero prospettarsi ancora lunghi periodi di misure restrittive e confinamenti a casa.

Vaccino, così rischiamo di rimanere a casa

Per quanto tempo ancora gli italiani potrebbero rimanere a casa ed essere sottoposti a periodi di ristrettezze economiche? Secondo alcune stime i tempi potrebbero essere ancora lunghi. Il motivo sarebbe riconducibile ai ritardi dei vaccini di Pfizer e AstraZeneca che hanno portato Domenico Arcuri ad annunciare un’azione legale contro la casa farmaceutica Pfizer. Le conseguenze potrebbero essere comunque importanti. Stando a quanto dichiarato da Repubblica il ritmo delle vaccinazioni è calato di molto passando dalle iniziali 80 mila vaccinazioni al giorno alle 30mila al giorno.

Eppure Giuseppe Ippolito del Cts ha fornito ancora visione positiva dell’attuale situazione dichiarando: “Non disperiamo. Abbiamo il tempo per riprenderla. La pianificazione della campagna vaccinale è stata effettuata sulla base di una potenziale disponibilità’ di dosi in un dato momento. Purtroppo non tutti i vaccini sono stati approvati nei tempi previsti. E così le misure restrittive potrebbero dunque durare a lungo con una stima che porterebbe ad avere a disposizione a fine marzo 14 milioni di dosi anziché 28 milioni come inizialmente previsto, così come riportato da ANSA.

Molti italiani dovranno dunque aspettare ancora.