Choc a Cuneo per l’inchiesta che ha travolto la cooperativa sociale “Per Mano”, accusata di violenze e maltrattamenti ai danni di persone disabili ospitate nelle sue strutture. Quello che doveva essere un luogo di cura e protezione si è trasformato, secondo gli inquirenti, in un ambiente di sopraffazione e abusi sistematici. L’inchiesta coordinata dalla Procura di Cuneo ha portato a 21 indagati.
La rete di abusi nella cooperativa “Per Mano”: le indagini a Cuneo
L’inchiesta, avviata nel dicembre 2024, ha coinvolto non solo i vertici della cooperativa ma anche personale sanitario e assistenziale, rivelando carenze organizzative gravi e l’impiego di operatori privi di qualifiche adeguate. In alcuni casi, come riportato da Mediaset Tgcom24, persone non abilitate avrebbero somministrato farmaci ai pazienti per sedarli, mentre all’interno delle strutture sono stati trovati materassi sporchi e ambienti privi delle condizioni igieniche minime.
Su disposizione del giudice per le indagini preliminari, la cooperativa “Per Mano” e i centri collegati — “Con Noi”, “Stella Alpina” e “Tetto Nuovo” — sono stati posti sotto sequestro insieme ai beni aziendali e ai conti correnti. Le verifiche hanno inoltre evidenziato possibili frodi nelle forniture pubbliche: tra il 2024 e il giugno 2025, l’ASL Cuneo 1 avrebbe versato oltre 1,4 milioni di euro per servizi ritenuti irregolari.
Grazie alla collaborazione dell’azienda sanitaria, tutti i pazienti sono stati trasferiti in strutture più idonee, dove ricevono ora assistenza continua da un’équipe specializzata.
Cuneo: violenze su pazienti disabili in cooperativa, 21 indagati
Come riportato dall’ANSA, la direttrice Emanuela Bernardis e la coordinatrice Marilena Cescon sono state arrestate con l’accusa di maltrattamenti, sequestro di persona e violenza privata. Oltre a loro, quattro operatori sono finiti ai domiciliari e undici dipendenti sono stati colpiti da misure restrittive che impediscono l’avvicinamento alle vittime. In totale, gli indagati sono 21, di cui quattro ancora a piede libero.
I filmati acquisiti dagli inquirenti hanno documentato scene definite “aberranti” dal colonnello Marco Piras, comandante provinciale dell’Arma, mentre il procuratore capo Onelio Dodero ha parlato di “condizioni psicofisiche di estremo disagio” in cui vivevano gli ospiti.