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Ddl intelligenza artificiale approvato alla Camera: ecco cosa cambia davvero

ddl intelligenza artificiale

Il DDL sull'Intelligenza artificiale in discussione al Parlamento: obiettivi ambiziosi, ma anche rischi e critiche. Analisi completa delle norme che potrebbero cambiare il futuro tecnologico dell’Italia.

Un altro passo avanti. Ma non è ancora finita. Il DDL sullintelligenza artificiale deve tornare al Senato. Per la terza – e forse ultima – lettura.

Ddl intelligenza artificiale: approvazione alla Camera, ma serve un altro sì

Con 136 voti favorevoli, 94 contrari e 5 astenuti, la Camera ha approvato in seconda lettura il DDL sull’intelligenza artificiale.

Il testo, varato dal Consiglio dei ministri il 23 aprile 2024, era già passato al Senato a marzo. Ma le modifiche introdotte durante i lavori alla Camera impongono ora un ulteriore passaggio a Palazzo Madama.

Dentro ci sono regole nuove. Per tutti. I professionisti, per esempio. Avvocati, commercialisti e simili dovranno spiegare ai clienti – in modo semplice, chiaro, esaustivo – se e come usano l’intelligenza artificiale. Stop al controllo a distanza dei dipendenti da parte dei datori di lavoro. E basta giustizia predittiva: il giudice resta al centro. L’AI può aiutare, ma non decidere. Tocca sempre all’essere umano valutare prove, fatti, e scrivere il verdetto.

Un punto critico? I dati pubblici: potranno finire anche su server stranieri. Non tutti applaudono.

Lavoro, giustizia e professioni: cosa prevede davvero il ddl intelligenza artificiale

Nel testo del DDL sull’intelligenza artificiale c’è un principio chiave: il pensiero critico – quello umano – deve prevalere. Almeno quando si parla di prestazioni vere e proprie, non solo di supporto. Il professionista può usare strumenti IA, ma la testa deve restare la sua. E deve spiegarlo. Il cliente ha il diritto di sapere, perché fiducia e trasparenza vanno di pari passo.

Le aziende avranno obblighi precisi. Se vogliono introdurre l’AI, dovranno prima confrontarsi con le rappresentanze sindacali. Non si scherza. L’IA non può essere usata per discriminare o per controllare i lavoratori. Mai.

In tribunale, poi, è vietato usare sistemi che predicono l’esito di un processo. Vietato proprio. Si potrà però usare l’IA per cercare sentenze, dottrina, organizzare. Semplificare. Non sostituire.

Anche sul diritto d’autore arrivano novità: se un’opera nasce da AI, va bene. Ma solo se dietro c’è lavoro intellettuale vero. Umano. Perché la macchina può aiutare. Ma non può creare da sola. Non ancora, almeno.