Ddl Zan, la Garante dell’Infanzia della Regione Umbria: “Legittima rapporti con animali e cose”

Ddl Zan, la Garante dell’Infanzia: “Legittima rapporti anche con animali o cose. Ogni desiderio sarà considerato un bisogno e il bisogno un diritto”

Ddl Zan e iperboli interpretative, iperboli come quella della Garante dell’Infanzia della Regione Umbria per cui le legge concepita così com’è legittimerebbe “rapporti anche con animali o cose” e incentiverebbe incesti, poligamie e gang banghismo con i mobili di casa.

Insomma, fra le tante decorose ragioni in punto di dialettica democratica per esprimere perplessità su alcune parti del Ddl Zan Maria Rita Castellani, garante dei diritti dell’Infanzia per la Regione Umbria, è andata ad elaborarne una che ha il pregio dell’iperbole da sodomia biblica, che è però pregio solo in letteratura fetish

Ddl Zan, la Garante dell’Infanzia e gli animali: storia di un’iperbole

In buona sostanza e con piena coscienza del suo ruolo istituzionale che le fa divieto di buttarla troppoa massa critica la signora ha detto perché a suo parere bisogna dire di no alla legge che sanziona l’omotransfobia.

E la risposta è certa, granitica e senza tema di equivoco perché le cose equivoche le fanno solo quelli là: perché approvarla legittimerebbe il sesso con i bambini o con gli animali. Dove sta il nodo cruciale a parare della Garante? Nella definizione ondivaga e soggettiva del concetto di identità di genere

Ddl Zan, la Garante dell’Infanzia amica di Pillon: “Legittima rapporti con gli animali”

Insomma, l’equazione è, o sarebbe “se io attribuisco in punto di libertà individuale al genere una natura diversa da ciò che natura ed anagrafe in quel momento significano in esteriorità allora potrò avere rapporti con chiunque perché non esiste più legame fra ciò che si è davvero e ciò che si appare”.

Con chiunque e qualunque cosa a questo punto, perché a seguire il ragionamento della dottoressa Castellani, amica dell’ortodosso Simone Pillon, un comodino non è detto che sia tale e potrebbe coltivare sogni identitari precisi e divergenti dalla sua natura di coso su cui poggiare gli occhiali la sera. 

Ddl Zan, la Garante dell’Infanzia evoca i rapporti con gli animali: ecco cosa ha detto

Fuor di celia e di iperbole (ma ha cominciato lei) le affermazioni della Garante umbra per l’Infanzia hanno sollevato un vespaio grosso come quel Palazzo Madama che il 13 luglio si appresta a diventare ring per Pd e Lega, divisi sul tema come Totò e Peppino a Berlino e  con Matteo Renzi a fare da Check Point Charlie.

È stata depositata anche una formale richiesta da parte di associazioni e partiti di opposizione che chiedono la testa della Castellani. Ecco in polpa le sue affermazioni sul tema: “Il concetto d’identità cambia, non è più quello antropologico che conosciamo da sempre e che distingue persona da persona a ragione di evidenze biologiche, ma diventerà qualcosa che io, cittadino, posso decidere arbitrariamente secondo la percezione del momento”. 

Vespaio Ddl Zan, la Garante dell’Infanzia cita gli animali: la lettera che ne chiede la testa

E ancora: “Di conseguenza ogni desiderio sarà considerato un bisogno e il bisogno un diritto. Si potrà scegliere l’orientamento sessuale verso cose, animali, e/o persone di ogni genere e, perché no, anche di ogni età, fino al punto che la poligamia come l’incesto non saranno più un tabù”. Messa al sicuro la nonna dalle scalmane del pappagallo di casa e del ferro da stiro resta il dato storico per cui le affermazioni della garante sono finite dritte in una lettera indirizzata alla governatrice Donatella Tesei.

Lo scopo? Manco a dirlo, sempre la testa della Castellani che con tre frasi tre è riuscita a superare in appeal di periglio pure Billy The Kid. 

La Garante dell’Infanzia Castellani, il Ddl Zan e gli animali. “Acrobazia pericolosa”

La richiesta porta in calce la firma di associazioni Lgbt, partiti, sindacati, studenti, medici, psicologi e marmitte catalitiche in crisi di identità. Ecco cosa dice in stralcio lo scritto: “Castellani ha realizzato un’acrobazia pericolosa in bilico fra propri convincimenti personali e pregiudizi inqualificabili, dimostrando un’ignoranza colpevole per chi ricopre il suo ruolo, acrobazia che rappresenta una realtà fantascientifica, inesistente nel mondo delle cose concrete e non scritta nel Ddl Zan”.

Nessun problema per le chiocciole della mail list: loro sono ermafrodite.