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Digitale: sale a 60 mln investimento insurtech ma Italia resta in coda in Ue (2)

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(Adnkronos) - Ad aggravare lo svantaggio italiano rispetto agli altri Paesi sono inoltre le competenze digitali nel settore assicurativo. Solo il 34% delle compagnie intervistate ritiene gli asset tecnologici interni adeguati per far fronte alle sfide del mercato, rispetto al 66% della media europea...

(Adnkronos) – Ad aggravare lo svantaggio italiano rispetto agli altri Paesi sono inoltre le competenze digitali nel settore assicurativo. Solo il 34% delle compagnie intervistate ritiene gli asset tecnologici interni adeguati per far fronte alle sfide del mercato, rispetto al 66% della media europea. Solo nel 34% delle compagnie esiste una struttura dedicata all’innovazione, contro il 77% in Europa. Forte il divario anche per quanto riguarda la presenza di una digital unit (2% in Italia contro l’85% in Europa). Il 71% delle compagnie ritiene infatti che ci sia un gap tecnico e digitale a livello di competenze che limita la capacità di sviluppare nuovi prodotti e servizi che siano in linea con le nuove esigenze di un consumatore sempre più digitale. Infatti, il consumatore digitale, che oggi rappresenta il 32% del target assicurativo, crescerà sempre più nei prossimi anni in modo esponenziale. Entro 10 anni l’82% delle persone interessate a prodotti assicurativi sarà digitale e, secondo i principali istituti di ricerca, l’offerta di questo genere di polizze crescerà in Europa del 30/40% in un decennio.

I segnali di questo trend, sotto la spinta di nuove abitudini e stili di vita con la micro mobilità, le auto e le case sempre più connesse, la sharing economy, una maggior attenzione alla salute, sono già visibili, visto che sono state circa 400 mila le persone che hanno acquistato polizze digitali nei primi sei mesi del 2021, con una crescita del 114% rispetto al 2020. Dall’indagine condotta da Efma in collaborazione con Iia emerge come le polizze digitali avranno nei prossimi 10 anni un ruolo sempre più importante tra i prodotti assicurativi nei vari ambiti. In particolare si stima che le polizze digitali in ambito automotive – escluso RC auto che è obbligatoria, saranno il 31% sul totale nel 2030, nel settore travel le polizze digitali peseranno per il 43%, per il 36% per quanto riguarda la mobilità, il 28% per le polizze casa, il 24% per le assicurazioni su infortuni. Il 24% delle assicurazioni per la cura degli animali sarà digitale.

La pandemia ha infatti trasformato il settore assicurativo, secondo 3 direttrici: è aumenta da parte dei consumatori la consapevolezza sull’importanza di proteggersi (salute, reddito) e la percezione di utilità della industry assicurativa, accelerandone la domanda; è aumentato l’interesse sull’offerta, specialmente quella digitale; il digitale è più solo un canale distributivo, ma è diventato un abilitatore di nuovi servizi e prodotti assicurativi. Per questo motivo l’auspicio di Iia è di aumentare gli investimenti in insurtech da 50 milioni del 2020 a 1 miliardo di euro nel 2023 attraverso la creazione e acquisizione di competenze digitali da parte di tutti gli operatori della filiera, maggiori sperimentazioni e collaborazioni, la creazione di poli insurtech, sviluppo di un modello open.