Bocciata direttiva copyright. Di Maio: ora nuova battaglia

La direttiva UE che modifica le regole del copyright e del diritto d'autore è stata bocciata dal Parlamento europeo. Luigi Di Maio soddisfatto.

Gli oppositori della direttiva UE sul copyright e il diritto d’autore hanno vinto il primo round.

Il Parlamento europeo ha infatti bocciato il testo presentato dal relatore Axel Voss. Il provvedimento ora dovrà essere emendato nella prossima sessione plenaria a Strasburgo, prevista per settembre. Il negoziato però appare difficile, soprattutto perché tra meno di un anno ci sono le elezioni europee. Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo economico, assicura comunque che il governo “vigilerà affinché la libertà di internet venga salvaguardata, senza scendere ad alcun compromesso”.

Bocciata direttiva copyright

“Oggi è un giorno importante, il segno tangibile che finalmente qualcosa sta cambiando anche a livello di Parlamento europeo” scrive soddisfatto su Facebook il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio. Dopo l’oscuramento di Wikipedia, gli appelli di chi internet ha contribuito a crearla (da Vint Cerf a Tim Berners-Lee) e gli articoli di denuncia apparsi in questi giorni su vari blog indipendenti, l’Europarlamento boccia la direttiva sul copyright.

A Strasburgo infatti l’aula non è più così compatta come solo fino a poche settimane fa. E così il testo sul diritto d’autore riceve 318 voti contrari contro i 278 a favore. Sono invece 31 gli astenuti. “La seduta plenaria di Strasburgo ha rigettato il mandato sul copyright al relatore Axel Voss smontando l’impianto della direttiva bavaglio” commenta entusiasta il leader del MoVimento 5 Stelle, che aveva già annunciato come l’Italia, comunque, non avrebbe recepito la norma.

“La proposta della Commissione europea ritorna dunque al mittente rimanendo lettera morta, il segnale è chiaro: – aggiunge – nessuno si deve permettere di silenziare la rete e distruggere le incredibili potenzialità che offre in termini di libertà d’espressione e sviluppo economico“. Il testo della direttiva, infatti, tornerà in aula non prima di settembre. Ma nella prossima sessione plenaria, i parlamentari europei potranno votare sugli emendamenti che in questi mesi verranno presentati.

Di Maio: inizia nuova battaglia

Difficile però che le fazioni opposte riescano a trovare un punto d’intesa, soprattutto prima delle elezioni europee in programma a maggio 2019. Il ministro dello Sviluppo economico annuncia infatti che ora “inizia una nuova battaglia”. “Nella prossima plenaria si terrà infatti un dibattito politico e la possibilità di presentare emendamenti” specifica Luigi Di Maio. “Siamo sicuri che gli articoli più pericolosi della direttiva – l’articolo 11 e il 13 – verranno definitivamente rimossi” precisa quindi.

“Questa direttiva riportava infatti due concetti inaccettabili: il primo prevedeva un diritto per i grandi editori di autorizzare o bloccare l’utilizzo digitale delle loro pubblicazioni introducendo anche una nuova remunerazione, la cosiddetta ‘link tax‘. Il secondo imponeva alle società che danno accesso a grandi quantità di dati di adottare misure per controllare ex ante tutti i contenuti caricati dagli utenti” spiega il capo politico del M5S. Sul tavolo delle trattative, però, anche l’articolo 3, quello che vieta il text e data mining (cioè l’estrazione di testo e di dati in maniera automatica) a chiunque non sia un “organismo di ricerca”.

“In ogni caso, anche qualora il testo fosse passato al vaglio di Strasburgo, ci saremmo battuti in sede di Consiglio. – assicura infine Di Maio – Questo Governo vigilerà affinché la libertà di internet venga salvaguardata, senza scendere ad alcun compromesso. Rifiutando ogni bavaglio”.