Il carcere romano di Rebibbia torna sotto i riflettori dopo l’ennesima aggressione di Francis Kaufmann, accusato del duplice omicidio di Villa Pamphili. L’uomo ha aggredito alcuni agenti al termine dell’ora d’aria, mettendo in luce le difficoltà quotidiane della gestione di detenuti instabili in strutture sovraffollate. Come sottolinea l’Osapp, “la sicurezza del personale è quotidianamente messa a rischio”, richiamando l’urgenza di interventi concreti.
Il caso Villa Pamphili e il percorso giudiziario di Francis Kaufmann
Francis Kaufmann è accusato del duplice omicidio della compagna Anastasia Trofimova e della figlia di undici mesi, Andromeda, i cui corpi furono rinvenuti senza vita nel parco di Villa Pamphili lo scorso 7 giugno. Le analisi genetiche dei RIS hanno confermato che Kaufmann era il padre della bambina. Dopo la scomparsa delle due vittime, l’uomo si era allontanato dall’Italia e arrestato in Grecia sull’isola di Skiathos, utilizzando un falso nome. Estradato in Italia, al suo arrivo Kaufmann aveva già mostrato comportamenti aggressivi verso gli agenti di scorta.
Il processo davanti alla Corte d’Assise di Roma sarà chiamato a fare luce sui fatti. La Procura ha già annunciato l’intenzione di chiedere il giudizio immediato, bypassando l’udienza preliminare.
Duplice omicidio di Villa Pamphili: Francis Kaufmann aggredisce gli agenti nel carcere di Rebibbia
Un nuovo episodio di violenza si è verificato nel carcere romano di Rebibbia, dove Francis Kaufmann, cittadino statunitense accusato del duplice omicidio di Villa Pamphili, ha aggredito alcuni agenti della polizia penitenziaria. Secondo quanto riferito dal sindacato Osapp, l’alterco è scoppiato al termine dell’ora d’aria, quando Kaufmann si sarebbe rifiutato di rientrare in cella, iniziando a urlare minacce e a colpire ripetutamente il personale intervenuto.
Come spiegano dall’Osapp e riportato da Roma Today, “Kaufmann ha improvvisamente dato in escandescenze, rifiutandosi di rientrare nella propria cella. Nonostante i ripetuti inviti alla calma da parte del personale, l’uomo ha iniziato a urlare frasi minacciose, tentando di innescare uno scontro fisico e colpendo ripetutamente gli agenti intervenuti”. Solo il rapido intervento congiunto degli agenti e del personale sanitario ha permesso di riportare la situazione sotto controllo. Alcuni operatori avrebbero riportato contusioni lievi, con prognosi di pochi giorni.
Il segretario generale Osapp, Leo Beneduci, ha commentato: “È inaccettabile che le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria debbano affrontare, spesso da soli e senza mezzi adeguati, situazioni di tale pericolosità”, sottolineando come il sovraffollamento e la gestione di detenuti instabili rendano quotidiano il rischio per il personale.