Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha nominato un comitato scientifico che avrà il compito di effettuare delle valutazioni sul Reddito di Cittadinanza e riformalo in virtù dell’analisi di ciò che fin qui non ha funzionato.
Servirà dunque rendere questo importante strumento di sostegno più efficace e sono due i principali correttivi fin qui ipotizzati: la ricalibrazione dei parametri affinché lo strumento non sia penalizzante per le famiglie con più figli e il venir meno del requisito dei 10 anni per gli immigrati, ammettendo chiunque abbia un permesso di soggiorno di lungo periodo.
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Un comitato scientifico per il Reddito di Cittadinanza
Grande tema è poi quello legato al lavoro che, nell’idea originaria, doveva essere il fine ultimo di chi percepiva questo reddito. Così non è stato, anzi è cresciuta sempre più nel Paese la sensazione che i percettori del RdC approfittassero della loro condizione per non lavorare e percepire comunque un salario statale. In tal senso sarà necessario che il Comitato scientifico intervenga sul tema dei rinnovi della misura, che potrebbe essere ristretta per i percettori ritenuti come occupabili al termine dei 18 mesi di sostegno.
Sul tema il ministro del Lavoro Orlando si è così espresso ai microfoni di Rai Radio1 : “Vanno rivisti gli elementi che hanno creato distorsioni oltre a combattere chi non ha titolo per riceverlo. La platea va allargata a situazioni che attualmente non sono tutelate”. Il riferimento è dunque in tal senso ai furbetti che di volta in volta sono emersi nel corso di questi due anni, ma anche ad una rivalutazione della misura in merito a quello che è il nuovo scenario emergenziale della pandemia.
“Il grave impatto della pandemia – ha aggiunto Oldando – è stato contenuto sia da misure strutturali di contrasto, quali il reddito di cittadinanza, sia a quelle realizzate durante l’emergenza”. I percettori “del reddito di cittadinanza sono cresciuti costantemente nei mesi dell’emergenza sanitaria fino a coinvolgere un milione e mezzo di nuclei familiari”. “Grazie a questi strumenti – ha concluso – la crisi sanitaria e la conseguente crisi economica non sono diventate ancora crisi sociale”.