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Elena Di Liddo e il sovrapprezzo in pizzeria: lo scontrino-denuncia fa il giro del web

Elena di liddo

Costi extra a sorpresa nei locali: la denuncia dell'atleta Elena Di Liddo apre il dibattito su trasparenza e diritti dei consumatori.

Andare a mangiare fuori può riservare sorprese inaspettate: Elena Di Liddo ha condiviso sui social uno scontrino che ha subito acceso il dibattito. In una pizzeria, infatti, le è stato addebitato un sovrapprezzo di 1,50 euro semplicemente per aver chiesto di togliere i pomodorini dalla pizza. Un episodio che solleva interrogativi su pratiche di maggiorazione poco trasparenti e che sta facendo il giro della rete, alimentando la discussione tra clienti e ristoratori su costi aggiuntivi e diritti dei consumatori.

Chi è Elena Di Liddo

Elena Di Liddo, nata a Bisceglie in provincia di Bari, è una delle più importanti nuotatrici italiane specializzate nello stile farfalla. Tesserata con il Circolo Canottieri Aniene di Roma, ha iniziato la sua carriera internazionale nel 2009 con la nazionale junior, ottenendo importanti piazzamenti già agli Youth Olympic Games del 2010, dove vinse una medaglia d’argento nei 50 metri farfalla.

Laureata in Scienze Motorie, ha conquistato numerosi successi nel corso degli anni, tra cui medaglie agli Europei, ai Giochi del Mediterraneo e alle Universiadi, oltre a stabilire record italiani nei 100 metri farfalla. Nel 2021 ha partecipato alle sue prime Olimpiadi a Tokyo, confermandosi tra le migliori atlete della specialità a livello mondiale.

Elena Di Liddo e lo scontrino-denuncia in pizzeria: maggiorazione di 1,50 euro per togliere i pomodorini

La nuotatrice Elena Di Liddo si è vista addebitare un supplemento di 1,50 euro dopo aver richiesto la rimozione di un ingrediente dalla sua pizza. La vicenda, che si è svolta in una pizzeria nel centro storico di Bisceglie, in provincia di Barletta-Andria-Trani, ha rapidamente attirato l’attenzione sui social, dove la campionessa ha condiviso il dettaglio insolito presente nello scontrino.

La 31enne ha pubblicato la foto del conto su Instagram, accompagnandola ad un commento critico che sottolineava come in alcune regioni d’Italia sia usuale pagare anche per servizi apparentemente semplici, come il bicchiere d’acqua al bar. Tuttavia, ha definito ingiustificabile la maggiorazione per un ingrediente non consumato, definendo l’accaduto “triste e vergognoso” e ipotizzando che la pratica possa essere ai limiti della legalità.

Non si tratta di un episodio isolato: recentemente anche a Bari è diventato virale uno scontrino in cui veniva addebitata una maggiorazione di 50 centesimi per una semplice spolverata di pepe aggiunta alla pizza, a conferma di una tendenza che sta destando preoccupazione tra i consumatori pugliesi.