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Energia: Tamborini (Smi), 'a rischio filiera tessile e abbigliamento, governo intervenga'

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Milano, 30 dic. (Adnkronos) - "Il continuo e, per ora, inarrestabile rialzo dei prezzi delle fonti di energia (elettrica e termica) sta mettendo ulteriormente sotto pressione l’intera filiera. Rialzi di questo livello non possono non riflettersi in un immediato aumento del valore dei prod...

Milano, 30 dic. (Adnkronos) – "Il continuo e, per ora, inarrestabile rialzo dei prezzi delle fonti di energia (elettrica e termica) sta mettendo ulteriormente sotto pressione l’intera filiera. Rialzi di questo livello non possono non riflettersi in un immediato aumento del valore dei prodotti e delle trasformazioni, in particolar modo nelle aziende a monte della filiera, composta da sempre da molte piccole imprese, soprattutto nell’ambito della nobilitazione che hanno maggiore difficoltà ad assorbire questi esorbitanti aumenti. Vi è una sincera preoccupazione per la tenuta della filiera stessa". Lo afferma il presidente di Smi (Sistema moda Italia) Sergio Tamborini.

"Sarebbero opportuni immediati interventi da parte del governo, in soccorso della seconda manifattura del Paese e per salvaguardare 50.000 imprese e 400.000 addetti, soprattutto cercando di fermare una speculazione che è l’origine primaria di aumenti di questi livelli, che non sono ascrivibili a oscillazioni di mercato, derivate dal rapporto economico tra domanda e offerta e pensare ad azioni quali il ricorso alle riserve strategiche nel breve termine e successivamente ad acquisti comunitari", conclude.

Nella nota si sottolinea come "Gli aumenti dei costi dell’elettricità si calcolano +470% e il +650% rispetto ai valori 2020, mentre quelli per il gas arrivano a circa +830% mettendo a rischio l’attività di tutti i settori energivori. Le conseguenze per la filiera del T&A, che sta cercando di uscire dalla situazione emergenziale grazie alla ripresa delle esportazioni, sono di forti rischi di tenuta, in un network fatto per la maggior parte da aziende già duramente messe alla prova in questi ultimi due anni. Questo scenario, che non accenna a migliorare, minaccia un impatto pesante sulla produzione industriale, con una possibile perdita di competitività sui mercati internazionali".