Open Arms, soccorsi 44 migranti: la nave si dirige verso Malta

La nave della Ong spagnola ha fatto rotta verso Malta in attesa di un porto sicuro, dopo il rifiuto dell'Italia.

Nuovo salvataggio nel Mediterraneo, nelle ore in cui Lampedusa ricorda la strage del 2013, in cui hanno perso la vita 368 naufraghi.

La nave della Ong spagnola Open Arms ha soccorso 44 migranti a bordo di un barcone in avaria nella zona Sar maltese. Oscar Camps, fondatore dell’organizzazione non governativa, ha fatto sapere che la nave “si sta dirigendo verso Malta e attende di poter far sbarcare in sicurezza i 44 naufraghi a bordo che hanno bisogno di cure e assistenza immediata”.

Open Arms soccorre 44 migranti

Camps ha aggiunto che “quello che accade nel Mediterraneo centrale è vergognoso. L’omissione di soccorso da parte degli Stati è consapevole e sistematizzata“. Il personale della Open Arms ha accusato Malta di “comportamento inaccettabile”. In un primo momento, infatti, La Valletta ha dato l’ordine alle forze dell’ordine maltesi di non intervenire e lasciare che la nave raggiunga Lampedusa. Ma, dopo il rifiuto dell’Italia, Malta si è offerta di fornire un porto sicuro, accettando di accogliere i 44 migranti.

“Salvini crea una narrazione falsa”

Mentre si piangono le 13 donne morte nel naufragio tra il 6 e il 7 ottobre al largo di Lampedusa, Riccardo Gatti, capo missione della Open Arms, ha commentato la situazione nel Mediterraneo centrale durante una puntata del talk show Coffeebreak su La7. Gatti ha criticato la politica dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, che “ha detto che il nuovo governo c’è discontinuità con la linea dei porti chiusi e quindi questo attrarrà molti più migranti.

L’abbandono della ‘linea Salvini’ provocherà nuovamente questo effetto attrazione verso l’Italia?”. La risposta è che “non c’è nessun effetto chiamata. Non c’era con l’operazione Mare Nostrum né con quelle della Guardia Costiera italiana, così come con le operazioni delle Ong. Non lo abbiamo detto noi, ma, per esempio, l’Istituto oceanografico forense di Londra o l’Istituto italiano di investigazione Ispi”.

Ecco perché “non si può continuare a creare una narrazione falsa su quello che sta succedendo nel Mediterraneo centrale.

I dati dicono tutt’altra cosa”. Il racconto su quanto avviene nel Mediterraneo è un “discorso totalmente fuorviante e falso rispetto alla realtà”. Le posizioni politiche adottate fino a questo momento “non stanno portando a termine niente di realmente favorevole alle persone in mare”.