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Nella giornata di sabato 8 agosto migliaia di libanesi sono scesi in strada a Beirut per commemmorare le vittime dell’esplosione, dando vita a scontri con le forze dell’ordine nei pressi dei palazzi del potere, occupati in segno di protesta.
Pesante il bilancio: un agente morto, 730 feriti e 60 persone ricoverate. Il Premier Libanese Hassan Diab chiede le elezioni anticipate. Nessuna emittente tv trasmetterà discorsi politici o dichiarazioni.
Scontri Beirut, occupati i palazzi dei ministeri
A Beirut non si placa la rabbia per le centinaia di vittime morte nell’esplosione al porto: migliaia di libanesi sono scesi in strada, dando vita a numerosi scontri con le forze dell’ordine, per cercare risposte ai palazzi del potere, occupati in segno di protesta.
Un “sabato della rabbia” (così lo ribattezano i media esteri) sfociato in una vera e propria guerriglia dal bilancio disastroso: un agente morto, 730 feriti e circa una sessantina di civili ricoverati.
Assalto al potere
I manifestanti hanno assaltato il Ministero degli Esteri, dove sono state bruciate le foto del presidente della Repubblica Michael Aoun, davanti ai media libanesi. In seguito, sono stati presi d’assalto i palazzi di Economia, Ambiente, Energia e Commercio.
L’esercito ha impedito che i manifestanti potessero entrare nel Parlamento, blindatissimo vista la situazione critica.
Sul banco degli imputati oltre ad Aoun, anche il premier Hassan Diab e il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. “Siete da impiccare, siete degli assassini“, hanno ripetuto con rabbia e disperazione i cittadini che incolpano i tre membri politici per la tragedia del porto.
Elezioni anticipate
Mentre i manifestanti davano sfogo della rabbia nelle strade, Lbc, principale emittente televisiva libanese ha deciso di non trasmettere più dichiarazioni politiche e discorsi, per evitare ulteriori reazioni dei cittadini.
A tal proposito, il premier Hassan Diab ha chiesto l’anticipazione delle elezioni: “Resterò al governo per due mesi in attesa dell’accordo politico“.