La vicenda della “famiglia nel bosco” di Palmoli mette in evidenza il delicato equilibrio tra autonomia dei genitori e tutela dei minori. I tre bambini, cresciuti in isolamento e senza adeguati controlli medici di un pediatra, saranno nuovamente ascoltati dal Tribunale senza la presenza dei genitori, per garantire loro la possibilità di esprimersi liberamente.
Famiglia nel bosco, istruzione e audizione dei minori: tutela e diritti
Oltre agli aspetti sanitari, i giudici hanno rilevato criticità nell’istruzione dei figli.
Per la figlia maggiore, in particolare, “le valutazioni di idoneità contrastano in modo eclatante con le condizioni di istruzione verificate dopo l’inserimento in casa famiglia, ove è emerso che la bambina non sa leggere e scrivere, né in inglese né in italiano“.
I tre bambini saranno nuovamente sentiti dai giudici senza la presenza dei genitori, “all’esito della maturazione delle condizioni che consentono ai minori di esprimersi liberamente al riparo da potenziali condizionamenti dei genitori o delle altre controparti“.
La Corte precisa: “L’audizione non è affatto un atto istruttorio, ma un diritto del minore, attraverso il quale è assicurata la libertà di autodeterminarsi e di esprimere la propria opinione“. Al momento, i piccoli restano nella casa famiglia di Vasto, mentre la Corte d’Appello dell’Aquila ha respinto il ricorso dei genitori, sottolineando le criticità sanitarie e scolastiche emerse durante il percorso giudiziario.
Famiglia nel bosco, i tre bambini senza controlli di un pediatra: il Tribunale li ascolterà senza i genitori
Il tribunale per i minorenni dell’Aquila ha disposto la sospensione della responsabilità genitoriale di Nathan e Catherine Trevallion, la coppia anglo-australiana che vive nel bosco di Palmoli. Pur definendo il provvedimento «severo eppure temporaneo», i giudici hanno riconosciuto anche i primi segnali di collaborazione della coppia nel rispettare le norme, sottolineando un percorso di graduale «conversione» al rispetto delle regole. La vicenda evidenzia l’affetto dei genitori per i figli, ma anche serie mancanze in materia sanitaria e scolastica.
Come riportato dal Corriere, la vita dei piccoli, inizialmente priva di assistenza da parte di un pediatra, emerge chiaramente dagli atti: “I minori, inizialmente privi di un medico di base, hanno effettuato la prima visita pediatrica il 24/7/2025“.
La situazione più grave riguardava la figlia maggiore, affetta da “bronchite acuta con broncospasmo non segnalata e non curata dai genitori“, situazione rilevata proprio dalla pediatra al momento dell’inserimento in casa famiglia.
Le condizioni della casa, con infissi problematici e un’esposizione al freddo invernale, hanno probabilmente contribuito a questa patologia. Nonostante una iniziale resistenza ai controlli sanitari, Nathan e Catherine hanno successivamente cercato di colmare le lacune, seguendo le indicazioni della pediatra e sottoponendo i bambini alle visite e ai vaccini mancanti.