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Femminicidio di Pamela Genini, l’autopsia ricostruisce la crudeltà dell’aggressione

Femminicidio Pamela Genini

Femminicidio di Pamela Genini, la furia del compagno ricostruita dall’autopsia: un atto di inaudita crudeltà.

Il femminicidio di Pamela Genini si inserisce nel drammatico quadro della violenza contro le donne che continua a segnare il Paese, nonostante campagne di sensibilizzazione, strumenti di tutela e interventi legislativi. Ancora una volta, una relazione segnata da minacce e controllo si è trasformata in una tragedia annunciata, lasciando dietro di sé dolore, indignazione e domande sulle mancate segnalazioni e sui ritardi delle misure preventive.

Femminicidio Pamela Genini: le indagini e il passato di violenze

Durante l’interrogatorio di convalida del fermo, Soncin si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’avvocata d’ufficio, Simona Luceri, ha riferito che il suo assistito è apparso confuso, fisicamente provato e poco consapevole della gravità dei fatti. Il gip ha accolto la richiesta della Procura disponendo la custodia cautelare in carcere, ritenendo concreto il rischio di fuga o di reiterazione del reato, anche alla luce delle minacce rivolte alla madre della vittima e all’ex fidanzato della giovane, testimone delle violenze subite.

Le indagini hanno portato al sequestro di numerosi coltelli, alcuni simili all’arma del delitto, trovati nell’abitazione dell’imprenditore a Cervia, insieme a pistole scacciacani e a un mazzo di chiavi compatibile con quello usato per entrare nell’appartamento di Pamela.

È stato inoltre accertato che già nel settembre 2024 la ragazza era stata aggredita dal compagno a Cervia, riportando la frattura di un dito. Pur avendo informato i medici dell’ospedale di Seriate che era stato Soncin a colpirla, la vicenda non generò alcuna segnalazione alle procure competenti e non fu attivato il “codice rosso”.

Femminicidio Pamela Genini, l’autopsia fa chiarezza: i drammatici esiti ufficiali

Dall’autopsia eseguita a Milano il 17 ottobre è emerso che Pamela Genini è stata colpita con oltre 30 coltellate, almeno tre delle quali mortali, concentrate nella zona del torace. Gli esiti hanno rivelato un numero di fendenti superiore rispetto alle prime valutazioni medico-legali, che ne avevano individuati 24, inflitti con una lama di circa nove centimetri. Gli accertamenti proseguiranno per stabilire se vi fossero ulteriori ferite potenzialmente letali, soprattutto al collo.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini della Procura di Milano, Gianluca Soncin avrebbe agito dopo aver pianificato l’aggressione per diversi giorni, procurandosi una copia delle chiavi dell’abitazione della giovane e portando con sé il coltello utilizzato per ucciderla. Il giudice per le indagini preliminari Tommaso Perna ha definito l’azione una “spedizione punitiva” e ha riconosciuto la premeditazione, insieme alle aggravanti della crudeltà, dei futili motivi, dello stalking e del legame affettivo.

Quando gli agenti sono intervenuti nell’appartamento di via Iglesias 33, dopo la segnalazione di un vicino e la chiamata di un ex fidanzato della vittima, Pamela era già in fin di vita.