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Influenza: Tar annulla ordinanza Lazio obbligo vaccini over 65

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Roma, 2 ott. (Adnkronos Salute) - Il Tar del Lazio ha annullato l'ordinanza con la quale il presidente della Regione Lazio, il 17 aprile scorso, aveva previsto l'obbligo di vaccinazione antinfluenzale per la popolazione al di sopra dei 65 anni, pena il divieto di frequentare luoghi di poss...

Roma, 2 ott. (Adnkronos Salute) – Il Tar del Lazio ha annullato l'ordinanza con la quale il presidente della Regione Lazio, il 17 aprile scorso, aveva previsto l'obbligo di vaccinazione antinfluenzale per la popolazione al di sopra dei 65 anni, pena il divieto di frequentare luoghi di possibili assembramenti come centri sociali o case di riposo.

L'ordinanza recante "Disposizioni in merito alla campagna di vaccinazione antinfluenzale e al programma di vaccinazione anti-pneumococcica per la stagione 2020-2021", prevede inoltre l'obbligo di vaccino anche "per tutto il personale sanitario e sociosanitario operante in ambito regionale (pena il divieto di avere accesso ai rispettivi luoghi di lavoro)". Il Tar ha accolto il ricorso presentato dall'Associazione Codici regionale e del Lazio.

"La normativa emergenziale Covid non ammette simili interventi regionali in materia di vaccinazioni obbligatorie", si legge nella sentenza del Tar, e "le disposizioni in materia di igiene e sanità nonché di protezione civile non recano previsioni che possano autorizzare le regioni ad adottare questo tipo di ordinanze allorché il fenomeno assuma, come nella specie, un rilievo di carattere nazionale". Inoltre, rilevano i giudici amministrativi "l'ordinamento costituzionale non tollera interventi regionali di questo genere, diretti nella sostanza ad alterare taluni difficili equilibri raggiunti dagli organi del potere centrale".

"In conclusione si deve affermare che, al di là della ragionevolezza della misura (peraltro comunque auspicata dal Cts nei verbali agli atti del giudizio depositati), la sua introduzione non rientra nella sfera di attribuzioni regionale ma, semmai, soltanto in quella statale – spiega il Tar – Sede quest’ultima cui va dunque ascritta ogni competenza e responsabilità, anche di matrice politica, in merito alla decisione di introdurre o meno obblighi di questo genere".