Fotografia post mortem: le più famose dell'età vittoriana

La fotografia post mortem, soprattutto di neonati e bambini, divenne pratica diffusa specialmente nel periodo vittoriano

La fotografia post mortem rappresenta la prova più vivida dell’opposta concezione della morte durante le epoche del passato.

In periodo vittoriano la perdita di un figlio, di un fratello e di un amico d’infanzia era una normalità. Doveva essere immortalata su carta, con servizi fotografici professionali che ritraessero i cadaveri in posa, a fianco di parenti e amici, nell’estremo e ultimo saluto prima dell’addio definitivo.

La fotografia post mortem era dunque un modo in epoca vittoriana per ricordare i propri cari estinti. La pratica divenne molto frequente come conseguenza delle numerose morti infantili.

In questo modo si poteva ricordare il morto tramite un suo ritratto veritiero. Le origini di questa pratica devono essere fatte risalire ad alcuni secoli fa, quando i nobili commissionavano i dipinti di infanti morti. Possedere uno di questi ritratti era un segno di appartenenza un ceto sociale elevato.

La fotografia post mortem in epoca vittoriana

Questa pratica vide dunque il proprio apice in epoca vittoriana. In quel periodo, infatti, le fotografie iniziavano ad avere un costo accessibile.

Ma si diffuse anche una strana volontà di “mummificare” il defunto per sempre. Artisti come Picasso, Gauguin e Monet ritrassero a loro volta persone dopo la morte, mentre la pratica delle fotografie e dei ritratti post mortem continuò fino agli anni quaranta del Novecento, ossia prima del secondo conflitto mondiale.

I cadaveri venivano ritratti come se fossero ancora in vita. In pose o in azioni che ricordavano quelle di una persona ancora viva.

Gli occhi venivano mantenuti aperti o venivano dipinti per dare loro la luce della vita. Le foto spesso comprendevano persone vive accanto ai morti. In questo modo si rendeva più realistica la fotografia. Le fasi della fotografia post-mortem furono diverse. All’inizio i defunti venivano fotografati nella bara, poi si cominciò a immortalarli nel contesto di scene di vita quotidiana. Infine si cominciò anche a coricarli su un divano in posizione dormiente.

Le foto più famose scattate dopo la morte

1. Difficile capire quale delle due bambine sia la defunta

2. La testa del bambino è sostenuta da qualcuno nascosto dietro la tenda

3. Purtroppo questa bambina non arrivò mai a sposarsi

4. La sedia aveva un sostegno che serviva a tenere la bambina in posizione eretta

5. I neonati erano quasi sempre fotografati in braccio o in grembo alle proprie madri

6. La desolazione dei genitori per la morte di un neonato era spesso percepibile dai loro sguardi

7. Forse è una delle fotografie post mortem più famose. La ragazza non è venuta meglio per qualche strano motivo. I genitori mossero la testa, mentre lei rimase, ovviamente, immobile

8. Nella fotografia gli occhi della ragazza defunta erano stati dipinti per sembrare aperti

9. A volte i bambini erano ritratti nell’atto di dormire vicino al proprio fratellino alla propria sorellina

10. I bambini potevano essere fotografati anche con i loro giochi preferiti

11. La persona che sostiene il neonato è nascosta da un telo: se ne intravedono le braccia

12. Le fotografie potevano anche essere colorate dopo allo scatto

13. Gli occhi sbarrati di questa bimba sono purtroppo decisamente inquietanti

14. La desolazione dei genitori era sempre la stessa in ogni parte del mondo

15. Una giovane madre con il proprio neonato ormai morto

16. Potevano essere ritratti anche animali insieme ai defunti, sopratutto se particolarmente affezionati

17. Questa fotografia trova poche spiegazioni…

18. Una madre sostiene la giovane figlia non più in vita

19. La bambina defunta è la prima a sinistra, in una posa statica e con gli occhi semichiusi

20. Anche se non è scontato individuare quale delle due sia la ragazzina defunta, è sufficiente notare qualche piccolo particolare

21. La mano del ragazzo era stata fissata in modo da sostenere la testa