'Fratelli d'Italia', l'inno di Mameli diventa canto nazionale: è legge

'Fratelli d'Italia', l'inno di Mameli diventa legge. In epoca risorgimentale l'Italia preparava il terreno agli imminenti moti rivoluzionari del 1848. E' in quegli anni che il giovane genovese studente e patriota Goffredo Mameli scrisse, nel 1847, il canto dei 'Fratelli d'Italia', o anche detto inno...

‘Fratelli d’Italia’, l’inno di Mameli diventa legge.

In epoca risorgimentale l’Italia preparava il terreno agli imminenti moti rivoluzionari del 1848. E’ in quegli anni che il giovane genovese studente e patriota Goffredo Mameli scrisse, nel 1847, il canto dei ‘Fratelli d’Italia’, o anche detto inno di Mameli. Il suo fervore era tipico di un’Italia patriottica che cercava una via di fuga verso la libertà e l’indipendenza.

‘Fratelli d’Italia’,orgoglio e speranza

Il debutto dell’inno di Mameli avvenne durante la rivolta di Genova contro il dominio degli Asburgici, davanti ad oltre 30.000 patrioti provenienti da ogni parte d’Italia, accorsi nel capoluogo ligure per prendere parte a quella imperdibile manifestazione.

In seguito la diffusione del canto aumentò, e diventò il simbolo dell’Italia messa in ginocchio dalla guerra e dalle continue distruzioni delle sue bellezze. ‘Fratelli d’Italia’ diventò il grido di unione che coinvolgeva persino i soldati tra le file delle trincee. Durante la Prima Guerra Mondiale, nel bel mezzo delle esplosioni e del terrore, i militari si facevano forza cantando l’inno, che li permetteva di sognare la pace e la fine di tutte le guerre.

L’inno è libertà

Ma questo non bastava alla legge italiana, che, nonostante varie iniziative parlamentari, non concedeva una decisione permanente costituzionale riguardo l’ufficializzazione dell’inno di Mameli come canto ufficiale della Nazione.
Nell’era del Duce, l’inno venne proibito da Mussolini fino a quando l’Italia meridionale fu liberata dagli Alleati, e festeggiò la sua liberazione cantando i versi di Mameli. I ‘Fratelli d’Italia’ tornarono a riecheggiare più forte che mai.

Giosuè Carducci parlava dell’inno come di un canto di unione e indipendenza. Alcuni erano d’accordo, altri no, e fu per questo che per decenni non è mai arrivato un decreto ufficiale riguardo allo status dell’inno. Ciò comportò per anni un abbassamento delle preferenze e anche uno scoraggiamento da parte di coloro che credevano fermamente nell’importanza dell’inno di Mameli.

‘Fratelli d’Italia’ diventa legge

Ma in seguito a dibattiti, svariati tentativi e sondaggi nel corso dei lunghi anni, si arriva oggi alla decisione definitiva: l’inno di Mameli è riconosciuto dalla legge come Inno Nazionale della Repubblica Italiana.

Un percorso ad ostacoli, pieno di bivi da scegliere e paure, che ha raggiunto il suo traguardo grazie a Goffredo Mameli e alle sue preziose parole. Il sogno di uno studente che credeva nell’Italia libera è oggi diventato una realtà.
E come sosteneva Carlo Azeglio Ciampi, l’Inno di Mameli è il “canto di libertà di un popolo che, unito, risorge dopo secoli di divisioni, di umiliazioni”. Oggi, cantare la libertà è un’istituzione.

Così come sentirsi liberi, è un diritto.