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Nel tardo pomeriggio di ieri, un giovane detenuto di origine marocchina, di soli 17 anni, ha compiuto un’evasione dal carcere minorile Ferrante Aporti di Torino. Questo episodio ha sollevato interrogativi non solo sulla sicurezza delle strutture penitenziarie, ma anche sulle problematiche più ampie legate alla gestione del personale e delle risorse nel sistema penale minorile.
Dettagli dell’evasione
Secondo le informazioni disponibili, il ragazzo è riuscito a scavalcare il muro del campo sportivo dell’istituto, situato sul lato Sisport. Le autorità competenti hanno immediatamente avviato le operazioni di ricerca. La fuga ha già suscitato un’ondata di preoccupazione tra gli operatori del settore e tra i membri della comunità.
Reazioni sindacali e carenza di personale
La denuncia dell’evasione è stata formulata dall’Organizzazione Sindacale Autonoma della Polizia Penitenziaria (Osapp), che ha sottolineato come tali episodi siano il risultato di una cronica carenza di personale. Secondo il sindacato, il carcere Ferrante Aporti opererebbe con un deficit di almeno venti agenti, situazione aggravata dal trasferimento di alcuni operatori verso nuove strutture penitenziarie in altre città, come L’Aquila e Lecce.
Critiche al sistema di gestione
Il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, ha descritto questo episodio come l’ennesima dimostrazione di una gestione inadeguata delle risorse. Ha definito la situazione attuale come un gioco delle tre carte, in cui le istituzioni sembrano ignorare le difficoltà già presenti in strutture penitenziarie che affrontano un sovraffollamento significativo.
Condizioni di lavoro degli agenti
Beneduci ha evidenziato che gli agenti di polizia penitenziaria operano in condizioni estremamente difficili, all’interno di un contesto in cui sono detenuti oltre cinquanta minori. Questa situazione contribuisce a creare un ambiente di lavoro insostenibile, con turni isolati e una pressione costante per garantire la sicurezza dei minori e del personale stesso.
Richieste di intervento e responsabilità
Di fronte a questa situazione, il sindacato ha rinnovato la richiesta di dimissioni del capo del dipartimento della Giustizia Minorile, Antonio Sangermano. L’Osapp ha sollecitato anche un intervento diretto del sottosegretario Andrea Ostellari, evidenziando che l’evasione del 17enne rappresenta una conseguenza diretta di scelte politiche e gestionali fallimentari.
Una crisi sistemica
La fuga del giovane e le lamentele del sindacato evidenziano una crisi sistemica nel settore della giustizia minorile. Le condizioni di sovraffollamento e la mancanza di personale compromettono la sicurezza all’interno degli istituti, oltre al recupero e alla riabilitazione dei minori detenuti. È necessario un intervento urgente per affrontare queste problematiche e garantire un ambiente più sicuro e funzionale.
La fuga del 17enne dal carcere Ferrante Aporti di Torino rappresenta un segnale allarmante delle lacune esistenti nel sistema penale minorile italiano. È fondamentale che le autorità competenti considerino seriamente le richieste dei sindacati e degli operatori del settore per rivedere le politiche attuali e adottare misure efficaci a favore della sicurezza e del benessere di tutti.