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Un furto audace nella chiesa di Valsalice
Nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, la chiesa dell’istituto Valsalice a Torino è stata teatro di un furto audace e ben orchestrato. Una banda di ladri, presumibilmente professionisti, è riuscita a intrufolarsi nei locali sacri, portando via non solo calici e piattini liturgici, ma anche una preziosa reliquia di Don Giovanni Bosco: una scheggia del suo osso, custodita all’interno di una teca.
Questo evento ha suscitato grande preoccupazione e tristezza tra i membri della comunità salesiana.
Il racconto di Don Alessandro Borsello
Don Alessandro Borsello, direttore della scuola salesiana di Valsalice, ha raccontato l’accaduto ai microfoni del programma “Pomeriggio Cinque”. “Il primo allarme è stato vedere la sagrestia a soqquadro”, ha dichiarato, evidenziando il disordine lasciato dai ladri. “Dopodiché abbiamo appurato che mancava la reliquia. Per fortuna, la chiesa non era stata toccata, ma gli oggetti rubati avevano un valore affettivo significativo per noi”. La perdita della reliquia di Don Bosco ha colpito profondamente la comunità, poiché rappresenta non solo un oggetto di culto, ma un simbolo di fede e appartenenza.
Un furto che riapre il dibattito sulla sicurezza
Questo non è il primo episodio di furto che colpisce la chiesa di Valsalice. Già nel 2017, un’altra reliquia di Don Bosco era stata trafugata e recuperata solo dopo due mesi. La ripetizione di tali eventi ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle strutture religiose e sulla protezione delle loro preziose reliquie. “Siamo rimasti amareggiati perché ti senti un po’ toccato in casa”, ha aggiunto Don Borsello, sottolineando il senso di vulnerabilità che ha colpito la comunità. “Questa è una scuola grande, ci sono più di mille persone, e si sono sentiti un po’ tutti feriti”.
Indagini in corso e appello alla restituzione
Attualmente, le autorità stanno indagando sull’accaduto. La procura ha avviato un’inchiesta e sta analizzando le immagini delle telecamere di sicurezza presenti in alcune aree della chiesa, con l’obiettivo di identificare i responsabili il prima possibile. La comunità salesiana ha lanciato un appello affinché la reliquia venga restituita. “Queste sono povere persone, andare a casa da altri per portare via dei ricordi non è segno di buon cuore”, ha concluso Don Alessandro, esprimendo il desiderio di riavere indietro un pezzo della propria storia e della propria fede.