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Garlasco, dopo Andrea Sempio nuovi interrogatori per Alberto Stasi e Marco Poggi

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Garlasco torna sotto i riflettori: Andrea Sempio e Alberto Stasi convocati dalla Procura. Si cerca chiarezza su presenze sospette nella casa dove fu uccisa Chiara Poggi.

Martedì sarà una giornata intensa. Di quelle che si aspettano da settimane, ma che poi – quando arrivano – fanno tremare tutto. La Procura di Pavia ha deciso di sentire di nuovo tre nomi chiave del caso Garlasco: Andrea Sempio, Alberto Stasi e Marco Poggi.

Garlasco, dopo Andrea Sempio, doppio interrogatorio per Alberto Stasi e Marco Poggi

Un ritorno, il loro, in un’indagine che a distanza di diciotto anni sembra non aver mai smesso di respirare.

Alberto Stasi – condannato nel 2015 a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi – verrà interrogato a Pavia. Proprio come Sempio. Marco Poggi invece, testimone, sarà ascoltato a Venezia. Perché ora interessa – e tanto – ricostruire i rapporti di quel gruppo di amici, di cui Andrea Sempio faceva parte. Gli inquirenti non parlano più di complici. Ma di presenze. Di persone che, in qualche modo, potrebbero aver visto, saputo, o intuito qualcosa sul caso di Garlasco. Presenze sulla scena.

Marco Poggi, già indagato e archiviato nel 2017, dice di non aver nulla a che fare con la storia. Ma il fatto che venga risentito – insieme agli altri – la dice lunga. La Procura ha accelerato i tempi. Vuole evitare chiacchiere, fughe di notizie, racconti “aggiustati”.

Andrea Sempio, tra telefoni sequestrati e quel tema su Garlasco?

Per Andrea Sempio è la seconda volta in pochi giorni. È tornato dai carabinieri per farsi restituire il cellulare sequestrato durante la perquisizione. Il suo avvocato, Angela Taccia, dice che è tutto fumo negli occhi. Anche la storia del martello trovato nel canale a pochi passi da casa Poggi. “Stanco ma tranquillo”, ripete il legale. Intanto, la Procura continua con i test sul DNA e sugli oggetti recuperati. Difficile, dopo 18 anni, dire cosa emergerà davvero.

Sempio, anni fa, scrisse pure un tema sul delitto. Era iscritto a un corso di giornalismo. Niente di strano, forse. O forse sì, considerato che adesso è di nuovo al centro del caso. L’insegnante ricorda che in classe si parlò a lungo dell’omicidio di Garlasco. Lui era il più bravo, ma anche il più silenzioso. Il testo non si trova più. Forse scritto a mano. Forse sparito.

In ogni caso, la procura indaga. Non è finita. Anzi, potrebbe essere appena ricominciata.