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Delitto di Garlasco, colpo di scena nell'inchiesta: indagato il padre di Sempio

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Il padre di Sempio indagato: emergono nuovi sviluppi nell’inchiesta bis sul delitto di Garlasco.

Nuovo capitolo nel caso del delitto di Garlasco: Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Brescia per corruzione. La notizia è stata diffusa dai canali social del Tg1.

Convocazioni e nuovi sviluppi nell’inchiesta bis sul delitto di Garlasco

Nei prossimi giorni, l’ex legale di Andrea Sempio, Massimo Lovati, sarà ascoltato come persona informata sui fatti dalla Procura di Brescia, affiancato dal collega Fabrizio Gallo.

Potrebbero essere convocati anche altri due avvocati difensori del 2017, Federico Osoldani e Simone Grassi. Secondo fonti investigative, elementi emersi durante la perquisizione del 26 settembre farebbero ritenere che un eventuale passaggio di denaro sia stato orchestrato proprio da Giuseppe Sempio. La Procura sta inoltre valutando il ruolo di Mario Venditti, accusato di corruzione in atti giudiziari, sospettando che nel 2017 abbia ricevuto somme dalla famiglia Sempio per accelerare l’archiviazione della posizione del figlio Andrea.

Garlasco, indagato il padre di Sempio: l’importante scoperta e l’annuncio degli inquirenti

La Procura di Brescia avrebbe iscritto nel registro degli indagati Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio, nell’ambito dell’inchiesta bis sul delitto di Garlasco del 13 agosto 2007. L’uomo è accusato di corruzione: secondo l’ipotesi degli inquirenti, avrebbe versato tra i 20 e i 30 mila euro all’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, per ottenere l’archiviazione della posizione del figlio nella precedente indagine. La notizia è stata diffusa dall’account social del Tg1 e ha immediatamente suscitato scalpore.

Gli avvocati di Andrea Sempio, Angela Taccia e Liborio Cataliotti, come riportato da Fanpage, avrebbero precisato di aver appreso la notizia dai media e che Giuseppe Sempio non avrebbe ricevuto alcuna informazione di garanzia.

Al centro dell’indagine resta il cosiddetto “pizzino” rinvenuto durante una perquisizione a casa dei genitori nel maggio scorso, con la scritta: “Venditti gip archivia per 20.30 euro”. Interrogato dai magistrati, Giuseppe Sempio ha dichiarato:

Dovrebbe essere una previsione di spesa che avevamo fatto noi in casa, su quanto avremmo dovuto pagare agli avvocati alla fine della faccenda”. In un’intervista a Quarto Grado, ha aggiunto: “Sì … era un pizzino che ho scritto, mi ricordo di averlo scritto, adesso i 20-30 euro non hanno significato, sono 20 o 30 euro… poi mi è stato detto che forse erano soldi per le marche da bollo o forse soldi da dare agli avvocati per prelevare dei documenti per fare il loro iter…”.

 

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