Giancarlo Giorgetti tiene il passo che ha sempre tenuto in questi mesi, perciò in modalità di golpe e di governo spiega sul Corriere della Sera: “Non rinnego né Draghi né i miei”.
L’ormai ex ministro leghista spiega che è rimasto amareggiato dalla fine dell’esecutivo ma poi precisa: “Non rinnegherò mai la Lega, non andrò altrove. Ma non intendo rinnegare nemmeno Draghi”. Insomma, se qualcuno pensava ad un Giorgetti emulo di Gelmini, Carfagna e Brunetta con Forza Italia si sbagliava di grosso.
Giancarlo Giorgetti “di golpe e di governo”
Resta il fatto empirico per cui la fine del governo di cui Giorgetti è stato il responsabile dello Sviluppo economico gli ha messo l’amaro in bocca.
Giorgetti si sarebbe confidato con i suoi e lo ha confermato: “Mario Draghi non meritava di uscire di scena così”. Non bisogna dimenticare che l’ex ministro e l’ex premier sono amici fin dai tempi della Bce e si stimano reciprocamente. Il Corsera spiega poi che Giorgetti “ha salutato Draghi calorosamente e altrettanto vigorosamente lo ha applaudito durante e alla fine dei suoi discorsi”.
Le critiche di Letta e la replica
Faccenda quella che aveva fatto inviperire un già pre-rabido Enrico Letta, che fuori dai gangheri aveva detto: “Come fanno ad applaudire il presidente del Consiglio i ministri che lo costringono a dimettersi?”. Inutile dire che se a uno come Giorgetti gli dici cosa fare o lo critichi per cosa ha fatto la replica arriva veloce: “Applaudo chi lo merita e Draghi lo merita. Continuerò a farlo”.