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Israele bombarda bar frequentato da giornalisti palestinesi: nuovo raid su Gaza

bar gaza

Un bar trasformato in rifugio per giornalisti e sfollati: la sua distruzione segna un nuovo colpo alla vita culturale di Gaza.

In un contesto già segnato da mesi di guerra, devastazione e isolamento, l’ultimo bombardamento israeliano sulla Striscia di Gaza ha colpito uno dei pochi luoghi rimasti di aggregazione e connessione: un bar noto tra i locali come rifugio per giovani, attivisti e giornalisti. L’attacco, che ha provocato decine di vittime tra cui operatori dell’informazione, ha sollevato nuove accuse di violazione del diritto internazionale e acceso un drammatico faro sull’impossibilità per la popolazione civile di Gaza di trovare anche solo un minimo spazio di normalità.

Questo episodio rappresenta l’ennesimo colpo alla libertà di stampa e al diritto alla comunicazione in una zona ormai priva di vie d’uscita.

Giornalisti palestinesi nel mirino: colpito bar a Gaza da raid israeliano

Il locale, chiamato Al-Baqa Cafeteria, era un luogo noto tra giornalisti, attivisti e abitanti della zona per il suo accesso a internet e gli spazi all’aperto ideali per lavorare e socializzare.

Secondo diverse fonti, l’esercito israeliano ha lanciato un missile contro l’edificio lunedì pomeriggio, trasformandolo in macerie. Come riportato a Fanpage.it dal giornalista palestinese Abubaker Abed, il bombardamento avrebbe provocato almeno 40 vittime, tra cui anche il fotoreporter Ismail Abu Hatab. I feriti sarebbero più di cento.

L’esercito israeliano, al momento, non ha commentato ufficialmente quanto accaduto.

Giornalisti palestinesi nel mirino: colpito bar a Gaza, le vittime

I feriti sono oltre un centinaio, secondo le prime stime. Tra loro figura la giornalista Bayan Abu Sultan, scampata miracolosamente all’attacco, e il reporter Anas Al-Sharif, che ha documentato in diretta le macerie e il caos seguiti all’esplosione.

Le vittime comprendono figure di rilievo della comunità locale: tra queste un calciatore, un ingegnere civile e un artista, testimoni della varietà delle vite spezzate dal bombardamento. Ismail Abu Hatab, fotoreporter freelance conosciuto nella Striscia per il suo lavoro con diverse testate locali e internazionali. Abu Hatab non era solo un cronista del conflitto: attraverso i suoi progetti fotografici aveva portato la voce di Gaza oltre i suoi confini. Tra le sue iniziative, la “Tent Gallery”, una serie di mostre itineranti allestite in tende nei campi profughi e all’estero, pensate per documentare la vita sotto assedio e offrire uno sguardo umano, diretto e universale sul dramma palestinese.