Un drammatico episodio ha scosso Gaza, dove un adolescente palestinese ha subito un colpo da proiettile israeliano mentre cercava disperatamente cibo per la sua famiglia. Abdul Rahman Abu Jazar, solo 15 anni, è rimasto gravemente ferito a un occhio durante una distribuzione di aiuti, un triste riflesso della crescente crisi umanitaria che affligge un territorio già martoriato da un blocco insostenibile.
Il racconto di Abdul Rahman
La testimonianza di Abdul Rahman è davvero straziante. Ricoverato in ospedale con una benda bianca che copre un occhio, il giovane racconta di come i soldati israeliani abbiano continuato a sparare anche dopo averlo colpito. “Pensavo che fosse la fine”, ha dichiarato, ricordando il momento in cui, insieme ai suoi fratelli, si era recato al punto di distribuzione intorno alle 2 del mattino, in cerca di cibo. “Non avevamo nulla da mangiare”, ha aggiunto, esprimendo il dramma di una quotidianità segnata dalla fame.
Una volta arrivati al parco al-Muntazah, dopo una lunga attesa di cinque ore, il gruppo ha iniziato a correre quando gli spari hanno iniziato a risuonare. Tre dei suoi compagni sono stati colpiti e Abdul Rahman ha raccontato di aver sentito una scarica elettrica attraversargli il corpo prima di crollare a terra. “Non sapevo dove fossi, ho solo perso i sensi”, ha spiegato. Quando si è risvegliato, gli hanno comunicato che era stato colpito alla testa. Nel panico, ha cominciato a recitare delle preghiere, cercando conforto in un momento di terrore.
Condizioni critiche a Gaza
La situazione a Gaza è davvero critica. Il Ministero della Salute ha riportato che, nelle ultime 24 ore, ben 119 corpi sono stati portati negli ospedali, di cui 15 recuperati sotto le macerie. Inoltre, 866 palestinesi sono rimasti feriti, e almeno 65 di loro sono morti mentre cercavano aiuto. La crisi alimentare continua a deteriorarsi, con 175 persone già confermate morte a causa della carestia provocata dal blocco israeliano. Ti sei mai chiesto come possa un popolo sopravvivere in tali condizioni?
Le forze israeliane hanno ripetutamente aperto il fuoco su chi cercava cibo nei punti di distribuzione, con oltre 1.300 cercatori di aiuto uccisi dall’inizio di maggio, secondo rapporti delle Nazioni Unite. La malnutrizione colpisce più di 6.000 bambini palestinesi, in un contesto in cui le famiglie lottano per trovare anche il minimo indispensabile.
La voce dei testimoni
Hind Khoudary, reporter sul campo, ha messo in evidenza la drammatica scarsità di aiuti, segnalando che solo 80-100 camion di rifornimenti riescono a entrare a Gaza ogni giorno. “I palestinesi stanno combattendo per ottenere una borsa di farina di grano. La situazione è disperata”, ha dichiarato. La popolazione, interamente dipendente dagli aiuti delle agenzie ONU, continua a soffrire e, purtroppo, a perdere la vita a causa della fame e della malnutrizione. Come è possibile che in un mondo così avanzato si possa tollerare tutto ciò?
“Ogni giorno sempre più palestinesi muoiono a causa della fame forzata. La situazione è insostenibile e non c’è segno di miglioramento”, ha concluso Khoudary, sottolineando l’assurdità della situazione attuale, in cui i palestinesi vengono uccisi mentre tentano di accedere ai rifornimenti alimentari. È un ciclo di violenza e disperazione che sembra non avere fine.