Roma, 3 nov. (Adnkronos) – "Questa riforma rappresenta il completamento di ciò che è iniziato nel 1989, in riferimento alla terzietà e all’imparzialità del giudice. Nell’attuale formulazione e nella prassi che viviamo oggi, il giudice è non solo fortemente, ma a volte fortissimamente condizionato da una formazione e da un esercizio della propria professionalità che quasi sempre obbedisce al cosiddetto correntismo.
Il sorteggio, invece, azzera questo vero e proprio cancro della magistratura che è stato il correntismo". Così Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, intervenendo a Tagadà.
"Qualcuno – prosegue – nel dibattito dovrebbe chiedersi: 'Voi vi fidate dei giudici popolari delle Corti d’Assise o nelle Corti d’Assise d’Appello che emettono sentenze per omicidio o strage? Si fida di quelle Corti?'. Ebbene, i giudici popolari di quelle Corti vengono scelti per sorteggio. Allora, se accettiamo che una Corte composta da otto persone, sei delle quali magari non hanno mai letto un libro di giurisprudenza e quasi certamente non sanno cosa sia un codice penale, è comunque in grado di giudicare, perché dovremmo pensare che un magistrato laureato, vincitore di concorso e che esercita quotidianamente la giurisdizione, non sia in grado di amministrare la giustizia al Csm in modo imparziale, anche se selezionato tramite sorteggio?".
"Allo stesso modo, accettiamo che le commissioni universitarie per la nomina dei professori ordinari o associati siano estratte a sorte, perché riteniamo che tutti quei professori abbiano la competenza necessaria per giudicare i propri pari. Perché questo principio non dovrebbe valere anche per i magistrati?", conclude.