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Governo: Bonelli, 'Meloni usa Calenda per rafforzarsi in maggioranza'

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Roma, 29 nov. (Adnkronos) - "Oggi Calenda e Meloni hanno costruito un'operazione politica che non e’ per nulla legata al confronto tra una forza di opposizione e la Presidente del Consiglio sulla manovra economica. Se Giorgia Meloni avesse voluto avere un confronto con la minoranza p...

Roma, 29 nov. (Adnkronos) – "Oggi Calenda e Meloni hanno costruito un'operazione politica che non e’ per nulla legata al confronto tra una forza di opposizione e la Presidente del Consiglio sulla manovra economica. Se Giorgia Meloni avesse voluto avere un confronto con la minoranza parlamentare sulla manovra, per rispetto istituzionale, avrebbe dovuto chiamare tutte le forze all’opposizione al confronto, cosa che non ha fatto". Così il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato dell'Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli.

"Noi, ad esempio, saremmo stati pronti a presentare alla Presidente del Consiglio le nostre proposte su una finanziaria socio-climatica. Anche se ricordiamo che è il Parlamento il luogo del confronto delle proposte. Il leader del cosiddetto Terzo Polo e’ molto a suo agio con le proposte della destra guidata da Giorgia Meloni. E il richiamo che il leader di Azione fa a Forza Italia a non sabotare la stessa Meloni è la prova provata che c’è un tentativo in corso di Calenda di accreditarsi nella maggioranza di Governo, per essere utilizzato come strumento di deterrenza per rafforzare la Premier, che si trova dopo poche settimane già in una situazione di crisi all'interno della propria maggioranza".

“Calenda e Meloni si trovano d'accordo nel mandare in mezzo alla strada 660.000 poveri abolendo il reddito di cittadinanza, a ridurre le pensioni di 100 al mese per chi ne prende 2.100 euro lordi, o a far pagare il prezzo dell'elettricità a famiglie e imprese italiane e non a chi ha speculato sul gas accumulando una ricchezza enorme con gli extraprofitti, pari a 50 mld di euro. Proprio quando il Governo in carica riduce il gettito degli extraprofitti delle società energetiche a 2,5 mld euro, mentre Draghi ne prevedeva 10. Questo chiarisce come ormai, da parte di certa politica, non vi sia più coerenza, e chi si permette di passare da una sponda all'altra con una facilità estrema ha smarrito per strada il riferimento valoriale".