Roma, 14 ago. (askanews) – Un’opera inedita di Anish Kapoor è apparsa su una piattaforma della compagnia petrolifera Shell nel Mare del Nord.
È la prima opera d’arte al mondo a essere realizzata su un sito per l’estrazione di gas offshore in attività. Intitolata
“Butchered”, è stata concepita per l’azione di protesta messa in atto da Greenpeace.
Sette climber sono saliti a bordo e hanno scalato la piattaforma “Skiff” di estrazione del gas, appartenente a Shell, a 45 miglia nautiche dalla costa del Norfolk, in Inghilterra. Dopo aver fissato sulla struttura una tela di 96 metri quadrati, gli attivisti hanno issato un tubo ad alta pressione appena sopra il bordo superiore, a un’altezza di 16 metri. Hanno quindi pompato 1.000 litri di liquido dal colore rosso sangue che è sgorgato sulla tela, creando un’ampia macchia cremisi. Una miscela di acqua di mare, polvere di barbabietola e colorante per stagni a base alimentare, atossico e biodegradabile.
“Butchered”, spiega Greenpeace “vuole essere una cruda visualizzazione delle ferite inflitte all’umanità e alla Terra dall’industria dei combustibili fossili, evocativa del nostro dolore collettivo per ciò che è andato perduto, ma rappresenta anche un grido di riparazione. Arriva dopo un anno in cui diverse ondate di calore mortali hanno colpito l’Europa meridionale, Italia inclusa, alimentando enormi incendi in Spagna, mentre nel Regno Unito la siccità minaccia i raccolti degli agricoltori e la Cina l’India settentrionale sono state flagellate da gravi inondazioni”.
Commentando l’opera, Anish Kapoor ha dichiarato: “L’anidride carbonica rilasciata dalla combustione delle fonti fossili è invisibile, ma la devastazione che provoca sul nostro mondo è sotto i nostri occhi. Ciò che invece rimane ancora nascosto sono le responsabilità dei giganti del petrolio come Shell nel causare questa distruzione e nel trarre profitto dalle sofferenze delle persone. Volevo creare qualcosa di visivo, fisico e viscerale che riflettesse la carneficina inflitta al nostro Pianeta: un urlo visibile che desse voce al costo disastroso della crisi climatica, spesso a carico delle comunità più emarginate del mondo”.
“Mentre il settore dei combustibili fossili ricava miliardi dalla distruzione del clima, le persone sono costrette a farsi carico dei danni causati da inondazioni, siccità e incendi boschivi – ha dichiarato Philip Evans di Greenpeace Regno Unito
– i governi devono iniziare a chiamare a rispondere i giganti del petrolio come Shell e a fargli pagare per le sofferenze che stanno causando”.
Non è la prima volta che Anish Kapoor sfida l’industria dei combustibili fossili. Nel 2019 si era unito ad altri artisti nel chiedere alla National Portrait Gallery di Londra di interrompere i legami con il gigante petrolifero BP. Di recente Kapoor ha aderito anche al Polluters Pay Pact, un’iniziativa globale di Greenpeace sostenuta da vigili del fuoco, leader politici, sindacati, organizzazioni umanitarie e decine di migliaia di persone, per chiedere ai governi di far pagare ai grandi inquinatori i danni climatici che stanno causando.