Grotta Thailandia, fallito tentativo di scavare un cunicolo

Il passaggio avrebbe portato vicino al luogo dove sono i tredici sopravvissuti. "Dobbiamo fare in fretta", dichiarano i soccorritori.

La vicenda dei tredici ragazzi imprigionati, ormai da due settimane, in una grotta sta tenendo la Thailandia, e non solo, con il fiato sospeso.

Nelle ultime ore la scoperta di un cunicolo, che avrebbe condotto a una parte della cava vicino ai ragazzi, aveva riacceso le speranze. Purtroppo, non è stato possibile trivellare il terreno. L’ipotesi è fallita.

Fallito tentativo di trivellare cunicolo

La stampa internazionale sta seguendo con attenzione tutti gli sviluppi delle operazioni di soccorso che si stanno svolgendo presso la grotta di Tham Luang, in Thailandia. La notizia che tredici persone sono state trovate vive e non in gravi condizioni, dopo nove giorni passati in una profonda e ampia cava, ha destato stupore e gioia.

I mezzi utilizzati per trovarli sono stati ingenti e le operazioni di soccorso si sono avvalse anche del supporto di personale arrivato dall’estero, in particolare da Gran Bretagna e Stati Uniti, e dell’aiuto di numerosi volontari. Purtroppo i giovani intrappolati non sono ancora stati liberati, date le condizioni estremamente difficili in cui operano i soccorritori. Nelle ultime ore, circolavano diverse voci circa l’inizio delle operazioni di recupero dei dodici ragazzini e del loro allenatore.

Purtroppo, l’opzione di utilizzare un varco per raggiungere i ragazzi è fallita. La scoperta di un cunicolo di circa un metro, che poteva condurre a una distanza di 150/200 metri dalle persone imprigionate, aveva dato nuove speranze. L’ipotesi è circolata nelle scorse ore ma è stata messa da parte, secondo quanto riferisce il Guardian, presente sul luogo con un inviato. Non è stato possibile trivellare il terreno, quindi non è al momento previsto un percorso alternativo alla via subacquea.

L’unica strada percorribile è quella di attraversare le gallerie ma è complicato. L’area infatti è allagata, almeno in parte. Il timore che arrivino nuove piogge spinge a cercare di agire celermente, ma le autorità non trascurano i rischi. Narongsak Osottanakor, governatore della regione Chang Rai, ha chiarito che “stiamo cercando di definire il piano migliore. Se il rischio sarà minimo, tenteremo. Siamo preoccupati per il meteo e il livello d’ossigeno della grotta”, che è al 15%, di sei punti al di sotto del livello contenuto nell’aria (21%).

La morte del soccorritore ha inoltre creato nuove preoccupazioni; un uomo esperto è deceduto, quindi si teme che i ragazzi possano avere serie difficoltà a uscire incolumi dalla grotta.

Calo di ossigeno e detriti

L’Ansa ha riportato le parole di Mario Mazzoli, general manager di Assonet (Archeologia subacquea speleologia organizzazione Network); Mazzoli presume che il soccorritore morto abbia incontrato mancanza di ossigeno e detriti lungo il percorso. Un’eventualità rischiosa anche per i tredici intrappolati, molto giovani e inesperti.

“Se ci sono tante persone che consumano ossigeno, l’aria si può saturare- spiega Mazzoli- A questo si aggiunge il fatto che, alzandosi, l’acqua comprime l’aria circostante, e questo fa calare ulteriormente il ricambio”. Per questo, i ragazzi dovranno uscire compiendo brevi percorsi, con bombole d’ossigeno sistemate lungo il tragitto.