Dopo settimane di intensi negoziati e mediazioni internazionali, si intravede una possibile svolta nel conflitto tra Israele e Hamas. Nelle ultime ore, le parti hanno raggiunto un’intesa per il cessate il fuoco a Gaza, un accordo che prevede anche il rilascio di ostaggi e prigionieri. Tuttavia, la tregua non è ancora effettiva: da Gerusalemme, l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha chiarito che lo stop alle ostilità entrerà in vigore solo dopo la ratifica ufficiale da parte del governo israeliano.
Guerra a Gaza, c’è l’accordo: divisioni interne a Israele e attesa per la visita di Trump
All’interno del governo israeliano non mancano le tensioni. Il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha fatto sapere di opporsi all’accordo, ribadendo la sua intenzione di votare contro. Sui social, il leader dell’estrema destra ha scritto che vi sarebbe “un’immensa paura delle conseguenze dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader terroristi che faranno di tutto per continuare a versare fiumi di sangue ebraico”. Proprio per questo, ha aggiunto, non intende “unirsi a festeggiamenti miopi o votare a favore dell’accordo”.
Nel frattempo, il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato il raggiungimento dell’intesa tra Israele e Hamas, parlando di “una prima fase del piano di pace” che prevede il ritiro dell’esercito israeliano da gran parte della Striscia – con permanenza solo a Rafah – e la liberazione, entro 72 ore, degli ostaggi ancora in vita.
Fonti israeliane indicano che Trump potrebbe recarsi in Israele già nel fine settimana per partecipare a un incontro ufficiale e, con ogni probabilità, rivolgersi alla Knesset. L’arrivo del presidente è previsto per domenica, anche se non è esclusa un’anticipazione a sabato sera. In base alle stesse fonti, il tycoon americano potrebbe trattenersi fino a lunedì mattina, qualora il rilascio degli ostaggi dovesse subire ritardi. La visita, che dovrebbe essere breve, dovrebbe iniziare con un ricevimento all’aeroporto Ben Gurion e proseguire con un discorso pubblico. In preparazione all’arrivo, l’ambasciata statunitense a Gerusalemme avrebbe chiesto al King David Hotel di riservare due piani per il presidente e il suo entourage.
Parallelamente, si discute della creazione di una forza multinazionale, composta da Qatar, Egitto, Stati Uniti e Israele, che potrebbe operare nella Striscia per recuperare i corpi degli ostaggi deceduti, utilizzando mezzi di ingegneria forniti dallo stesso Stato ebraico.
Guerra a Gaza, c’è l’accordo ma Netanyahu avverte: “Cessate fuoco solo dopo ratifica governo”
Nonostante alcune fonti egiziane – tra cui Al Qahera News – abbiano riferito che il cessate il fuoco a Gaza sia già entrato in vigore, l’ufficio del primo ministro israeliano ha precisato che l’intesa non sarà effettiva finché il governo non la ratificherà ufficialmente. Secondo quanto riportato da Reuters, Benjamin Netanyahu avrebbe programmato di convocare nel alle 17, 16 in Italia, il suo gabinetto di sicurezza, seguito dalla riunione del governo, per approvare l’accordo sulla tregua e il rilascio degli ostaggi.
Fonti militari hanno fatto sapere che l’IDF ha già definito un protocollo operativo per avviare “presto” la prima fase del ritiro da Gaza, confermando che i preparativi sono in corso per “raggiungere rapidamente le linee di schieramento modificate”. La decisione, tuttavia, resta subordinata al voto dell’esecutivo, previsto nelle prossime ore.
With the approval of the first phase of the plan, all our hostages will be brought home. This is a diplomatic success and a national and moral victory for the State of Israel.
From the beginning, I made it clear: we will not rest until all our hostages return and all our goals…
— Benjamin Netanyahu – בנימין נתניהו (@netanyahu) October 8, 2025